FABIO VOLO - IL TEMPO CHE VORREI

venerdì 23 aprile 2010

Mi piace molto come scrive, è fluente e racconta di cose quotidiane che spesso ci sono capitate, cogliendo degli aspetti nuovi e mai banali, stupendosi ogni volta della poliedricità della vita e dei punti di vista.

Ansia, precarietà del tutto: è rabbia repressa, è abbassare sempre la testa. Non sei così povero da non avere abiti addosso, ma i vestiti che indossi spesso ti mettono a nudo e rivelano il tuo segreto. Basta un rammendo a dire chi sei.

Nulla è più duratuto di una cosa provvisoria.

La persona che sta per essere lasciata quasi sempre diventa più affettuosa, più gentile, più consenziente.

Si può avvertire una piccola attrazione anche sessuale verso un'altra persona senza per questo sentirsi obbligati a fare qualcosa in proposito.

Attimi di solitudine e momenti senza l'altro per noi erano fondamentali. Ci rendevano più completi, ci miglioravano.

Tutti ci dicevano che la loro gioia erano i figli. L'unica cosa bella. Un po' come se la relazione fosse il prezzo da pagare per la riproduzione.
Chi aveva figli ci diceva che noi non capivamo. Spesso erano le persone piene di paure, paranoie e stupidità, ma dopo qualche mese dalla nascita di un figlio diventavano improvvisamente sagge, dei maestri di vita. Per qualsiasi cosa, in qualsiasi occasione, ti guardavano dall'alto in basso e dicevano: "Finché non hai un figlio non puoi capire".
Io e lei di questa frase ridevamo sempre. Ci divertiva vedere come erano entrati nella parte, come recitavano bene il ruolo, tanto che usavamo la frase per tutto, come un tormentone: "Vuoi un bicchiere d'acqua?". "Sì, grazie".
"Certo che finché non hai un figlio non puoi capire quanto sia importante bere".

Il loro più che amore era compromesso, più che desiderio dovere, più che dialogo era "lasciamo stare".

Anche nei momenti più difficili l'onestà e il rispetto vengono prima di tutto.

Mi prendo quello che le persone mi danno, se non mi danno niente vuol dire che non sono importanti, significa che il rapporto è rimasto in superficie.

La nobiltà dell'intento, il coraggio di accettare il rischio sempre, senza paura.

Non c'è niente di più rivoluzionario al mondo che fare bene e con qualità quello che si sta facendo.

I personaggi, le frasi e le parole trovate nei libri sono come ponti che ti permettono di spostarti da dove sei verso dove vuoi andare, e quasi sempre è un ponte che unisce il tuo vecchio io a quello nuovo che ti attende.

Nessuno puà entrare nella solitudine di un altro.

Tutti criticano l'ego, ma sono pronti ad applaudire chi si è distinto grazie a quello.

Il talento è un dono, ma il successo è un lavoro.

Non sempre premia mostrare le proprie virtù. A volte è meglio nasconderle.

Ogni muro è una porta.

Se vivi con più stimoli, in mezzo a persone diverse, in ambienti più vari, il tuo modo di pensare cambia.

Non sforzarti di essere ciò che non sei, ma lotta per rimanere ciò che sei.

Vivere è l'arte di diventare quello che si è già.

Se critichi continuamente gli altri, finisce che crei una grande aspettativa su di te, ti costruisci da solo la tua trappola. [...] Chi critica spesso ha paura.

Se non ti perdi non trovi strade nuove.

Il coraggio di rischiare è il metro per misurare le persone. Devi avere il coraggio di essere sfacciato.

Devi capire quali sono i tuoi limiti e per capirlo bisogna che ti spingi fino al confine.

Cerco di stare accanto a persone più brave di me. Ho bisogno di qualcuno che mi stimoli a raggiungere obiettivi più alti.

Spesso il fatto di non essere contenti di se stessi genera crudeltà verso gli altri.

Stare con tante donne alla fine è solo un buon metodo per stare soli.

2 commenti:

ASSOLUTAMENTE ha detto...

vero, le cose che dice non sono errate :'-)

ME on 31 agosto 2011 alle ore 12:30 ha detto...

A me piace molto leggere le sue piccole verità ;)

 

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