Christipher Hitchens era un giornalista e critico letterario molto colto, e noto soprattutto per il suo spirito dissacrante e anticlericale, era molto più che ateo, poiché osteggiava palesemente ogni forma di religione. Non bisogna però dimenticare anche il suo radicato antifascismo e i suoi sentimenti anti-monarchici, nonché il suo sarcasmo e la sua dialettica.
In questo saggio, che risale al 2001, l'autore si rivolge con la sua vena polemica e critica, ma anche intensa ed ironica, ad un immaginario studente a cui invia 19 lettere che esplorano l'intera gamma di posizioni contrarie, partendo dalla ricerca dei motivi per cui essere "contro" (E' troppo aspettarsi di vivere in un'epoca effettivamente propizia al dissenso. E la maggior parte delle persone, quasi sempre, preferisce cercare approvazione o sicurezza.), cercando di discernerne le radici ancestrali (In ogni epoca c'è stato chi ha sostenuto che beni "più grandi", come la solidarietà tribale o la coesione sociale, abbiano la precedenza sulle esigenze di giustizia.) e di dare un sostegno all'esporsi in prima persona (Il coraggio non è di per sé una delle virtù fondamentali, è però la qualità che rende possibile l'esercizio delle altre virtù.)
Purtroppo avere posizioni contrarie al comune pensare è spesso stato oggetto di persecuzione, però è anche vero che nella vita il progresso si sviluppa grazie al conflitto e, nella vita mentale, mediante la discussione e la disputa. In contrapposizione con quanti criticano chi non ha fede o non si appella a valori (?) come la patria e la monarchia, egli afferma con forza che non essere d'accordo non significa essere nichilisti, anzi, il confronto è sempre indice di vita poiché se si immagina uno stato di armonia e felicità perpetue, e ti si presenterà una visione di noia, vuoto e prevedibilità.
Attraverso questo dialogo immaginario si vuole spronare le persone a ragionare con la propria testa, ad uscire da schemi preimpostati che spesso sono solo indice di una sottomissione implicita ad un potere affermato.
Si sofferma molto sul discorso religioso, indagandone le origini antopologiche:
La religione è un manufatto umano, gli uomini hanno creato dio a loro immagine piuttosto che l'inverso.
C'è qualcosa di irriducibilmente servile e masochistico nella mentalità religiosa.
La religione è, ed è sempre stata, uno strumento di controllo.
Le forze della devozione sono sempre e ovunque state il nemico giurato di menti e libri aperto al dubbio
Poi approfondisce il permanere di una devozione religiosa incongrua con i nostri tempi moderni, ma ancora dura a morire (La sbobinatura della matassa del genoma ha di fatto abolito il razzismo e il creazionismo, e le stupefacenti scoperte di Hubble e Hawkins ci hanno permesso di fare congetture sull'origine del cosmo. Ma siamo ancora troppo dipendenti dalla vecchia famigliare spazzatura della tribù, della nazione e delle fede.), per arrivare ad osteggiarla chiaramente (Non solo sostengo che le religioni non siano che semplici varianti della stessa menzogna, ma sono dell'idea che l'influenza delle Chiese e gli effetti della fede siano dannosi.).
Tra l'altro pone la religione ed il razzismo sullo stesso piano (Per certi aspetti mi spiace per i razzisti e i fanatici religiosi, perché non hanno proprio capito cosa voglia dire umanità, e meritano un po' di compassione. Ma poi il mio cuore si indurisce, allora decido di odiarli ancor più per l'infelicità che hanno inflitto e pere le spregevoli scuse con cui giustificano il loro modo di agire.), poiché hanno gli stessi obiettivi di imporre un "giusto" soggettivo (Diffida di chi usa il "noi", o parla in nome "nostro". Diffida di te stesso se senti insinuarsi simili toni nel tuo stile. La ricerca della sicurezza e la volontà di essere maggioranza non sempre significano solidarietà; possono essere un altro nome per consenso, tirannia e tribalismo.) mentre continua a ribadire di mantenere uno spirito critico su ogni cosa (una mentalità scettica è almeno altrettanto importante di qualsivoglia posizione di principio).
Davvero un libro illuminante sotto molti punti di vista, un modo di fare chiarezza, ma anche di acquisire strumenti che possono servire in ogni ambito. Avere dei dubbi non solo è lecito, ma anche auspicabile per potere mantenere la propria lucidità e la propria consapevolezza.
Lo consiglio a tutti, dagli adolescenti che cominciano a farsi domande ed a cercare risposte, o per lo meno, cercano il modo per trovarle, agli adulti che spesso hanno smesso anche di porsi domande e si sono lasciati travolgere dal comune pensare rinunciando alla loro ribellione interiore.
Si scoprirà molto spesso che gli uomini sono profondamente attaccati alle illusioni e ai pregiudizi, e non sono solo le cupe vittime del dogma e dell'ortodossia. Se per caso ti è capitato di discutere con un credente, avrai notato come costui metta in gioco la propria autostima e il proprio orgoglio, e come tu gli stia in realtà chiedendo di rinunciare a qualcosa di più che non soltanto al punto in questione. La stessa cosa si può dire dei patrioti viscerali, degli ammiratori della monarchia e dell'aristocrazie. La devozione a una causa è una forza potente nelle faccende umane; non servirà a nulla trattare da servo mentale un individuo convinto che la propria sudditanza sia onorevole e volontaria.
Molto spesso la cosa più difficile da dire è quella che ci sta davanti al naso. E c'è, non di rado, una forte pressione sociale affinché non si prenda nota dell'evidente.
Fa ogni sforzo per combattere l'atrofia e la routine.
La nostra maggiore risorsa è la ragione, ed essa non può certo avere uno sviluppo corretto, se le insegniamo a presupporre quanto deve essere provato.
Ciò che davvero importa in un individuo non è cosa pensa, ma come pensa.
Se le persone hanno diritto alle loro illusioni, non hanno però diritto a un illimitato godimento di esse e a imporle agli altri.
Se gli eccentrici e gli scettici fossero la maggioranza, non sarebbero eclettici e scettici.
Coloro che devono o vogliono pensare per conto proprio saranno sempre una minoranza; la razza umana può essere nell'intimo individualistica e narcisistica, ma in massa è molto facile da controllare. La gente ha bisogno di rassicurazione di appartenenza.
Non penso che la solidarietà dell'appartenenza sia una meta cui valga la pena di ambire. Apprezzo che possa conferire orgoglio, e che possa indurre al reciproco aiuto e perfino alla fratellanza e alla sorellanza, ma ha anche molte qualità soffocanti , e parecchi, se non la maggioranza, dei suoi benefici possono essere ottenuti in altri modi.
Le cose che fanno litigare le persone e le istupidiscono sono ovunque sempre le stesse. Le due cose peggiori, come si può capire senza andarsene di casa, sono il razzismo e la religione.
Non appena scopri che la stupidità e la crudeltà sono le stesse ovunque, scoprirai che anche gli elementi essenziali della natura umana sono gli stessi ovunque.
Ma la cosa più importante di tutte, gli istinti della giustizia e della libertà sono innati in noi esattamente come gli impulsi del tribalismo, della xenofobia sessuale della superstizione.
Sartre distingueva tra ribelli e rivoluzionari. I ribelli, dice, sembrano segretamente volere che il mondo e il sistema rimangano come sono. Tale permanenza, dopotutto, è la garanzia della loro perdurante possibilità di ribellarsi. Il rivoluzionario, al contrario, desidera davvero ribaltare e cambiare le condizioni esistenti.
Non aver timore che ti giudichino un monomaniaco [...] E' uno di quegli insulti emblematici che si denunciano da soli come punzecchiature di coscienze meschine o di individui abituati a essere indulgenti con se stessi. E' un epiteto che dovrebbe esserti di sprone per altro ronzii monotoni.
Guardati dell'irrazionale, per quanto seduttivo. Sta' all'erta di fronte al "trascendente" e a tutti coloro che ti invitano ad assoggettarti o ad annullarti. Diffida delle compassione; preferisci la dignità per te e per gli altri. Non aver paura di essere considerato arrogante o egoista. Non essere mai spettatore dell'ingiustizia o della stupidità. Cerca la discussione e la disputa per il piacere che ti danno; la tomba ti offrirà un sacco di tempo per tacere. Sospetta delle tue stesse ragioni, e di qualsiasi scusa. Non vivere per gli altri più di quanto ti puoi attendere che gli altri vivano per te.
9 commenti:
posso muoverti un paio di aaccuse/domande?... non prendertela mi piace girare il coltello nella piaga....
bhe gli Atei stanno a parlare di dio più dei credenti così da dar forza a dio... dovremmo ignorarlo... l'altra cosa da afre assolutamente...pubblicizzare lo sbattezo....
BUON LUNEDì! :p
E' un'accusa che spesso ci rivolgono, ma ti posso rispondere serenamente che in effetti questo è un periodo in cui mi sono concessa due letture "impegnative" in tal senso. Ho fatto due recensioni approfondite perché i libri mi hanno colpito molto.
Per il resto non è che sto a parlare di dio, figurati, è solo che mi sto rendendo conto che ne SIAMO INVASI! Giusto due gg fa c'era un testimone di Geova che ha bussato alla mia porta...
Allo sbattezzo ci sto pensando seriamente, tu l'hai fatto?
ok io ho smesso di leggere 'ste cose( più o meno)... inveisco solo contro che mi rompe le palle :P
per i geoiviti ti cerco un passo di un libro di Malvaldi... mentre per lo sbattezzo l'ho fatto in tempi non troppo sospetti... c'è anche un'altra prova da fareper essere sicuri di aver perso tutti gli insegnamenti/legamenti cattolici... il padrenostro al contrario a mezzanotte... se lo dici sensa problemi sei libera....
Pare un libro interessante, penso lo leggerò ;oD
Pensaci allo sbattezzo. La parte bella è quando ti arriva la prima lettera di risposta della Diocesi nella quale i papponi ti invitano a parlarne per verificare se possono esserci ripensamenti e rientrare dallo "smarrimento" (ero tentato di scrivergli: è proprio per gente come voi che sono ben contento di sbattezzarmi, coglioni, e vorreste convincermi a ripensarci facendo una chiacchierata, parassiti sociali?!?!).
Poi dopo un mese (perché ti offrono il tempo per redimerti) ancora meglio: avendo visto che nel frattempo non hai dato segni di pentimento, ti arriva il comunicato di sbattezzo. Stavolta il tono è tutt'altro che paterno, anzi ben distaccato e asciutto, di chi ha capito che non può più mangiarti in testa. E ti elencano cosa comporta l'essere stato scomunicato.
Tipo che non puoi fare il padrino, il testimone, sposarti in chiesa, sentirti fratello di Buttiglione.
E finalmente, dopo aver letto tutti questi benefit, puoi esultare.
Grazie Dio! Ne sono fuori!
@ATROX
Ma io nemmeno inveisco: tempo perso. Però appena mi sbattezzo ti avverto: facciamo una festa? :))))
@KISCIOTTE
Finora non l'ho fatto per pigrizia, ma è ora che mi svegli e dia compimento esecutivo a ciò che penso. L'unica cosa è il fatto che in realtà nonsi viene cancellati dagli elenchi, ma viene apposto una specie di "asterisco", una nota, che poi se la vedano o meno questa nota alla fine ho paura che scelgano la seconda: fanno finta di non vederla (mi sembro Guzzanti). XD
@KISCIOTTE... Bhe adesso credo che sia anche peggio... qualdo l'ho fatto io mi è arrivata una lettera tranquillissima dove dicevano di prendere atto della mia decisione...
ho visto che sta peggiorando ultimamente con lettere di minaccia e cose d'altro... in teoria la prima lettera che ti è arrivata sarebbe anche illegale... e però volevo coreggerti perchè puoi fare da testimone a un matrimonio in quanto i testimoni anche in chiesa sono testimoni civili si firma i documenti del comune non della chiesa ... ( l'ho fatto neanche un mese fa) ... e comunque non ti arriva la scomuunica si chiama atto di apostasia... i primi che l'hanno fatto hanno una roba tipo bolla papale io già ho avuto una letterina della curia poco male non saprei neanche dove è stata buttata....
@ME... una festa? festeggiare è sempre bello perchè no ? invitiamo anche qualche tifoso del gesù cristo però :P
Solo se si presenta con la giusta divisa del tifoso: corona di spine e croce sulla spalla :)))))
@ME... MI PIACE :P
@Atrox78
Sulle tue precisazioni:
Posso ancora fare il testimone civile: hai ragione porca puttana! Non ci avevo pensato.
Per fortuna mio fratello si è sposato ad agosto, e l'ho scampata che ha chiesto a un amico. E per gli altri a venire, se ce ne saranno, farò la parte del perfetto ignorante... ehm... come dire... io e te non ci siamo mai incontrati!
Resto fermo sulla mia posizione, che so essere errata, ma gli altri non lo sanno :oD
(del resto la Chiesa ci campa da 2000 sulle balle, io riuscirò pure a farlo per qualche decennio! che cavolo!)
Ho appena controllato sulla lettera: scomunica latae sententiae... boh.
Ma anche come apostata mi sento a mio agio. :)
Grazie delle precisazioni.
Ciao
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