Non avevo mai letto niente di Dawkins e sono rimasta molto colpita dal suo pensiero e dal fatto che giorno dopo giorno mi rendo sempre di più conto che quello che ho sempre pensato non era poi così sbagliato, o, perlomeno, è condiviso da molte persone. Già nell'adolescenza avevo compreso con la giusta lucidità che Dio, quasi sicuramente, o molto probabilmente è il frutto esclusivo dell'uomo e del suo bisogno di credere. Però questo pensiero così dissacrante è spesso rimasto sopito perché viviamo in una società che condanna un tipo di atteggiamento non credente e questo perché si toglie potere a chi comanda.
Esatto: Dio è solo lo strumento che serve alle persone per comandarne altre.
Molti in cuor loro sanno di essere atei, ma non osano ammetterlo con la famiglia e a volte nemmeno con se stessi, anche perché il termine "ateo" è sempre stato caricato di connotazioni negative e inquietanti.
Come mai se si critica la religione, anche la chiarezza cessa di essere una virtù e viene percepita come ostilità ed aggressività?
Questo libro si apre con una citazione di Douglas Adams:
Non basta godersi la bellezza di un giardino senza dover credere che ci siano le fate in un angolo?
Da qui parte l'autore per analizzare innanzitutto perché molti credono nella "credenza" più che essere religiosi e seguire i dettami, i dogmi o quanto viene proposto come verità rivelata ed intende risvegliare le coscienze per portarle a comprendere quanto l'essere atei non sia qualcosa di cui vergognarsi, anzi, sia il modo più onesto di vivere un'esistenza che riesce a comprendere la magnificenza del mondo reale senza essere "toccati" dalla religione.
Siamo abituati a non mettere mai in discussione le dottrine religiose, perché la fede detiene il privilegio unico di essere al di sopra e al di là delle critiche, perché la scienza, chissà come mai, deve dimostrare ciò che afferma, la religione no. E chissà come mai è diventato più facile credere che Gesù sia esistito e che sia il figlio di Dio, piuttosto che pensare che l'evoluzionismo darwiniano sia la risposta a tutto ciò che siamo. Dawkins compie un'analisi critica ed obiettiva partendo dall'ipotesi che Dio esista, e ne propone anche degli argomenti a favore, che però si risolvono tutti nella conclusione che sia quasi certo che Dio non esista affatto e che sia una sorta "scorciatoia" alla risposta del perché siamo qui.
Una cosa ci ha dimostrato la storia della scienza: che non arriviamo da nessuna parte dando alla nostra ignoranza il nome di "Dio". Jerry Coyne (genetista americano)
Quando qualcuno dice che è stato Dio a fare una cosa, in genere vuol dire che non comprende assolutamente nulla di quella cosa e la attribuisce quindi a un'irraggiungibile e inconoscibile fata dei cieli. Appunto. Perché una fata non è credibile, così come Babbo Natale o la Befana, e invece Dio, o Allah, o Odino lo è? Dello stesso tipo è la frase ce viene riportata di Robert M. Pirsig: "L'illusione di cui è vittima una persona è chiamata malattia mentale; l'illusione di cui sono vittime molte persone è chiamata religione".
Molti non capiscono che avere un approccio scientifico alla realtà non è un accanimento nei confronti della religione, perché per quanto "creda" con forza all'evoluzione, il vero scienziato sa esattamente che cosa gli farebbe cambiare idea: prove contrarie. Invece questo non viene fatto dai credenti religiosi che seguono (o credono di seguire) i dettami decisi da altri uomini prima di loro e che vengono cambiati a loro piacimento, introducendo o togliendo nuovi o vecchi dogmi. La religione è mutevole, la scienza no, le leggi della fisica esistono senza dubbio, eppure per tanti sono messe da parte per affermare false verità.
Come anche credere che la religione abbia lo scopo di renderci più "buoni", che ci dia dei valori etici, quando sia le "sacre" scritture, sia gli attuali detentori del potere religioso non fanno che contraddire tutto questo.
Dawkins affronta tutti questi temi analizzando le origini della religione e dell'etica, appunto, della nostra morale che evolve con l'evolversi dei tempi, fino ad arrivare a contestare in tutto e per tutto la religione, che secondo lui, è la fonte di molti mali odierni, soprattutto ponendo l'accento sull'impegno di essa a creare ostinatamente una divisione promuovendo il proprio gruppo ad escludere gli altri. E' un pensiero molto forte perché non si riferisce solo agli estremismi, ma alla maniera subdola in cui la religione avvelena la nostra società, a partire dal fatto che si insegna ai bambini che la fede è una virtù, quando in realtà è un sopire le coscienze. Più che degli abusi fisici di cui si sente tanto parlare nella cronaca quasi quotidiana si sofferma sugli abusi psicologici di cui invece si parla quasi per niente, e che alimentano e inquinano la razionalità.
Anche questo libro mi ha aperto gli occhi di fronte a cose che ancora sono difficili da sradicare, come mandare i propri figli a catechismo. E se invece insegnassimo loro fin da piccoli che si può essere "cristiani" senza essere religiosi? Che si può essere buoni senza credere nel diavolo o nel paradiso? Che il bene ed il rispetto sono valori laici e che non c'entrano niente con la religione, la quale, invece, spesso si comporta esattamente all'opposto di ciò che predica?
Ma forse questo vorrebbe dire non essere ipocriti ed al giorno d'oggi ci vuole un bel coraggio.
"Il mare fino a qui", di Simona Fruzzetti
6 giorni fa
12 commenti:
A Dio piacendo, questo è davvero un signor post!
i miei illuminati complimenti
Come non essere d'accordo...?
Ho sempre pensato che solo le persone deboli e impaurite decidano di credere in Dio.
Il terrore di essere soli senza nessun Dio che giustifichi tutto credo sia la molla di molti credenti.
@HOMBRE
Ma certo che gli piace, se piace a te... :)
@ORSA
Anche qui ritorna la paura che fa fare un sacco di stupidaggini ;)
Dio esiste, perchè tu non hai creato ne te stesso ne quello che ti circonda. e questo è inconfutabile a meno di teorie magiche lontane dalla riproducibilità scientifica. Se non si vuole dargli il nome di DIO a causa di deformazioni culturali si può chiamare con qualsiasi altro nome..Detto ciò la comprensione della parola "creazione" malgrado sia lontano dalla nostra esperienza e spesso viene confusa con "trasformazione" vedi le opere manifatturiere, è possibile grazie alla percezione che noi siamo stati creati da qualcosa che non siamo noi. Dio è un illusione solo per coloro che si sentono dio
bene bene...un bel post per un libro che sicuramente da leggere 8 aprescindere dal proprio orientamento religioso).
Dawkins è un bravissimo divulgatore scientifico, così come Odifreddi, e i bravi divulgatori sono molto abili nell'appassionarti al metodo piuttosto che alle conclusioni.
trovo poi quasi comico, e un po' triste, che i credenti "fessi" (da non confondersi con quelli intelligenti) siano i primi a cercare una dimostrazione dell'esistenza di dio con parole e metodi che vogliono assomigliare a quelli della logica e della scienza.
I credenti fessi un po' più evoluti, sempre con gli stessi argomenti pseudo-logici e pseudo-scientifici, si limitano a confutare la confutazione dell'esistenza di dio.
Gli argomenti più ricorrenti sono:
- La creazione: l'universo esiste, non è stato creato dall'uomo, non si sa chi è stato...quindi è stato dio
Interessante deduzione ma, come minimo, si da per scontato un paio di aspetti:
1) l'universo ha avuto un inizio
2) l'inizio dell'universo ha una causa prima ed esterna all'universo stesso, il "chi" che ha operato la creazione.
Ma siamo proprio sicuri che una "creazione" ci sia stata? O meglio, siamo in grado di escludere che non sia mai avvenuta alcuna creazione?
Il credente purtroppo è costretto a giocare in difesa...non potendo trovare/provare dio (relegato a stati del suo "sentire interiore") si limita a collocalrlo negli spazi lasciati liberi dalla nostra comprensione del mondo.Salvo scontrarsi rovinosamente con l'anacronismo di alcuni dogmi imposti dalle varie chiese.
Di fatto dio è il limite della nostra conoscenza o meglio, il confine con la nostra selvaggia e impaurita ignoranza...e la scienza lo sta costringendo ad occupare spazi sempre più risicati. Un tempo aveva tutto il cielo...oggi è confinato a piccole particella subatomiche.
- La religione: da quando l'uomo ha memoria la maggior parte delle persone sono religiose, anche eminenti scienziati sono stati religiosi, quindi la religione è un fatto naturale insito nell'uomo...quindi dio esiste.
Interessante anche questo "teorema" che è anche un esempio del vizio di ragionamento noto come "post hoc ergo propter hoc".
Un corollario di questo teorema è che, visto che tutti sentono il richiamo della religione, dal momento che dio esiste e parla ai nostri cuori, ne segue che anche chi si dice non religioso o ateo è allora, per definizione, un credente del non credere.
- La morale: senza religione gli uomini diventerebbero delle bestie egoiste pronti a calpestarsi l'un l'altro per assecondare i più bestiali istinti...ahem...e meno male che in Italia una larga percentuale è sedicente cattolica!!
Il fatto è che la morale esiste a prescindere da ogni credo...e la prova è che la maggior parte dei veti e dei tabù imposti da ogni religione si riscontrano in tutte le culture, religioni o società senza religioni (ebbene si, esistono popolazioni che vivono senza un dio, solo venerando gli antenati a cui però non viene attribuito alcun ruolo nè in termini di creazione nè di poteri che modifichino il corso degli eventi)
Poi spesso i credenti "fessi" se ne escono con frasi provabilmente stupide lavorando, di fatto, contro i loro stessi interessi...e offendendo la memoria dei loro beneamati "rinomati scienziati credenti"....che se sono tutti come Zichichi...
non ho mai capito se credo veramente in un dio o no e nemmeno se questo corrisponda a quello che mi è stato insegnato (indotto, neuroprogrammato?) durante la mia infanzia in una famiglia cattolica. sento solo che è una risposta non razionale a istanze (domande, angosce?) a cui non potrei dare altra risposta e che potrebbero anche non avere senso. ma anche la ragione si basa su quel poco che la nostra sensibilità fisica riesce a leggere e interpretare senza mai poterne determinarne un valore assoluto. Il libro di dawkins è senz'altro da leggere, ma non potrei dargli più credito di quanto ne do al vangelo. non riesco ad accettare una risposta razionale ad una domanda irrazionale. così come ho poca fiducia nella religione come espressione sociale (storica, economica?) di questa domanda.
e comunque, buon anno
@Highdensity
Il fatto di non esserci creati da soli non avvalora l'ipotesi di Dio, tanto meno di Dio Creatore. Altrimenti anche i nostri genitori sono Dei.
E' inconfutabile che ci siamo, anche se per alcuni non è vero nemmeno questo.
Per quanto riguarda "le teorie magiche lontane dalla riproducibilità scientifica" basta pensare alla (vergine) Maria.
"Se non si vuole dargli il nome di DIO a causa di deformazioni culturali si può chiamare con qualsiasi altro nome" A-teismo, indica proprio l'A-ssenza di un Dio, in greco significa "senza Dio", non "Altro nome di Dio".
"la comprensione della parola "creazione" [...] è possibile grazie alla percezione che noi siamo stati creati"
In altre parole la "creazione" è vera solo "pensando" di essere stati creati. Purtroppo non basta pensare qualcosa per renderla vera.
"Dio è un illusione solo per coloro che si sentono dio". A me non piace vivere di illusioni ed al momento dio è solo questo: non ci sono prove di niente: è tutto basato sulla fede.
@CPZ
"Un tempo [dio] aveva tutto il cielo...oggi è confinato a piccole particella subatomiche." ahahhahahah MERAVIGLIOSO!
@ROTALIBRA
Ecco una posizione davvero "aperta"! Ancora non hai abbastanza strumenti per una scelta e (passami il termine) intelligentemente cerchi di informarti senza pregiudizi di sorta. Questo è il tipo di approccio metodologico che andrebbe seguito, ma anche questo è estraneo ai credenti "fessi" come li definisce CPZ qui sopra. E' ovvio che Dawkins non è un "sacerdote" di alcuna novella e ciò che scrive è un suo punto di vista basato sui suoi studi ed anche su di lui, come su chiunque, è bene mantenere una certa criticità costruttiva.
Buon anno anche a te! ;)
@CosiParloZarathustra @ ME
c'è qualche prova che tutto ciò che viviamo non ha avuto un inizio? c'è qualche prova che esso è sempre esistito? c'è qualche prova che viviamo tutti in una grande illusione? La questione di Dio si pone ad un altro livello e cioè quello che percepisci e vivi ORA, in questo momento. Io percepisco che non ho deciso di venire al mondo e non ne ho il controllo.voi?
Essere stati creati o il mondo creato, vuole dire semplicemente che non l'abbiamo creato noi o potete dissentire? cioè le montagne, tutto quello che ci circonda, lo avete fatto voi?
però ci sono.. e su questo spero non ci siano dubbi, se non l'abbiamo fatto noi, o è sempre esistito o ad un certo punto ha iniziato ad esistere, giusto? ma la sostanza non cambia c'è qualcosa che non siamo noi che ha fatto, sta facendo, ha sempre fatto, quello che volete, la nostra realtà.
La prima parte, quella del concetto di "dio qui ed ora", è un delirio, almeno per me: non lo capisco e sinceramente non mi interessa.
l'ultima parte è più interessante e concordo in pieno.
Esatto, è evidente che c'è qualcosa che sostiene la realtà come la percepiamo...perfetto, in relatà quasi scontato, ma è una bella considerazione almeno da un ponto di vista ontologico.
Però da qui a dire che quanto ci rimane da capire del mondo fisico sia il dio del vecchio/nuovo testamento, del corano, del pantheon greco, del valhalla o della Terra di mezzo di Tolien, direi che ce ne vuole.
In ogni caso, se vogliamo tralasciare il problema dell'origine cosmologica (campo in cui gli scienziati sono decisamente più fantasiosi di tutti i testi sacri e/o fantascientifici fin'ora scritti) lo spazio di esistenza di ciò che rende reale la realtà come la percepiamo (nonchè le nostre percezioni che sono anch'esse fatte della stessa realtà) sarebbe una relatà dell'ordine di grandezza della lunghezza di Plank...e siamo nell'ordine dei 10^-35 metri...fuori da questa dimensionalità, qualunque cosa sia è possibile preda delle nostre misure! ...e le nostre volpi incalzano la preda! :)
Sperando che nessuno se la prenda a male vi propongo una divertente citazione di Eugenie Scotts circa l'importanza di un punto di vista esterno e non emotivo (la citazione originale riguarda il dibattito evoluzionisti/creazionisti ma sta bene anche così):
"Dibattere sulla religione con un credente è un po' come giocare a scacchi con un piccione: rovescia i pezzi, caga sulla scacchiera e poi torna al suo nido dichiarandosi vincitore."
@HIGHDENSITY
La risposta a come siamo stati creati può non essere dio, anzi, MOLTO PROBABILMENTE non è dio (questo è stato studiato ed anche dimostrato, le fonti puoi leggerle in questo stesso libro). Darwin ha proposto una TEORIA alternativa che si chiama evoluzionismo. Questi sono dei FATTI.
Fatti MOLTO PROBABILI ottenuti attraverso anni, secoli di studi.
No, non è una certezza, ma è molto più certo di ciò che viene "offerto" dalle varie religioni e dai loro dogmi.
Sai che cosa ha fatto la religione? Ha solo trovato delle scorciatoie alle domande esistenziali, solo per poter "avere il controllo" delle persone. Della serie: io ti faccio credere che c'è un'entità che decide su tutto ed in base a quella ti imposto la vita.
La cosa che mi stupisce è come si possa credere in dio e usare cellulari, tv, tecnologia in genere, credere alla verginità di una persona che ha partorito e farsi operare chirurgicamente, fare esami tipo TAC o ecografie.
La religione è limitata ad affermare delle cosiddette "verità" basate sul niente, ed anzi, si affanna continuamente per dare una parvenza "scientifica" a pura FANTASIA. E questo è davvero da ridere ^_^
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