PATRICK SUSKIND - IL PROFUMO

lunedì 28 marzo 2011

Stranamente ho visto il film prima di leggere il libro, ed ancora più stranamente il primo è all'altezza del secondo. E' perfettamente riuscito l'intento di far trasparire gli odori ed i profumi, di cui spesso non ci rendiamo conto, ma ci pervadono l'esistenza e ci condizionano più di quanto crediamo.

Non voleva affatto essere un inventore. L'invenzione gli era molto sospetta, poiché significava sempre l'infrazione di una regola.

Il talento non vale nulla, la cosa più importante è l'esperienza, che si conquista con la modestia e con la diligenza.

Voleva essere il dio onnipotente del profumo, così come lo era stato nella sua fantasia, ma ora nel mondo reale e regnando su uomini reali. E sapeva che ciò era in suo potere. Poiché gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all'orrore, davanti alla bellezza, e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi al profumo. Poiché il profumo era fratello del respiro. Con esso penetrava negli uomini, a esso non potevano resistere, se volevano vivere.

GIULIO CESARE GIACOBBE - COME DIVENTARE BELLA RICCA E STRONZA

sabato 26 marzo 2011

Ero molto incuriosita da tempo da questo libro, ma, devo dire che tra i numerosi manuali su autostima e voglia di riscatto, questo non è certo il migliore, tuttavia offre spunti interessanti visti da un uomo e certo non è un parere da poco. In effetti alla base di tutto ci sono gli istinti che regolano le nostre vite e allora perché non sfruttarli per ottenere ciò che vogliamo? L'importante è sapere ciò che si vuole e che cosa siamo disposti a fare per ottenerlo.

L'innamoramento non dura perché rischia di svelarsi per quello che è. La proiezione del proprio bisogno di un genitore su un'altra persona che normalmente non solo non ne è all'altezza, ma ne è addirittura del tutto all'oscuro. L'innamoramento non deve essere confuso con l'amore. L'innamoramento è bisogno di amore, non capacità di amare.

L'accettazione incondizionata e assoluta dell'altro. Il donarsi all'altro. Il desiderio della sua felicità. Che diventa anche la nostra. Questo è l'amore. Nient'altro lo è. Tutti gli altri sono amori finti. Come l'innamoramento. Che non vuole la felicità dell'altro, ma la propria.

L'innamorato è la persona più debole dell'universo, perché la sua felicità dipende dalla presenza e dalla disponibilità della persona amata.

Per gli uomini la bellezza di una donna consiste nella sua capacità di seduzione.

E' tutta questione di confezione e di presentazione. E quindi di testa. Quindi, in definitiva, la bellezza è una questione di suggestione. Ciò significa autoimmagine. Se tu ti vedi bella anche gli altri ti vedono bella.

E come mai non capite che anche a noi uomini piace più la donna intrigante della donna bellissima?

Per gli uomini la bellezza di una donna non sta nel suo corpo, ma nel come essa lo muove.

L'autoimmagine si costruisce con la ripetizione cosciente di un'immagine o di un modello concettuale con il quale ci si identifica.

La seduzione non è un abito di stoffa. E' un abito mentale.

Il modo migliore per diventare stronza è prendere tanti calci nel sedere da avere una gran voglia di renderli.

Molti demandano il problema della propria felicità agli altri e pretendono che siano gli altri a risolverglielo. Questo genera sofferenza il loro che non risolvono il problema, e negli altri che non sono in grado di risolverglielo e vengono per questo da loro colpevolizzati.

Se tu stai bene con te stessa perché hai la stima e l'amore di te stessa, tu sei felice in qualsiasi situazione ti godi qualsiasi cosa.

Sono le vittorie che riporti giornalmente sulla solitudine, sulla povertà, sulla fame, sulla fatica, sulla sconfitta, sulla delusione, sull'ingiuria, sul disprezzo, sulla sofferenza. Sono la tua resistenza alle difficoltà. Sono il tuo coraggio nell'affrontarle.

UTE EHRHARDT - LE BRAVE RAGAZZE VANNO IN PARADISO LE CATTIVE DAPPERTUTTO

martedì 22 marzo 2011

Da tanto volevo leggere questo libro dal titolo così curioso e non mi ha deluso nei contenuti, dove ho verificato quanto sia cambiata rispetto a qualche anno fa. Eppure ci sono ancora donne che non hanno capito che essere "brave" non porta da nessuna parte e che rimangono frustrate perché si assumono un ruolo che non è loro.

Le donne riescono facilmente a calarsi nei panni altrui. Capiscono le opinioni degli altri. Si immedesimano. Per questa ragione hanno difficoltà ad affermare i propri desideri o a imporre i punti di vista.

In alto arrivano soltanto le donne che mettono a punto strategie più astute. E di certo lavorare per gli altri non è tra queste.

L'esperienza ha mostrato da tempo che sono le donne caparbie, irrispettose, presuntuose quelle che arrivano più in lato. Mai quelle "brave" e raramente le migliori.

Le donne devono imparare a non sperare silenziosamente nella riconoscenza, bensì ad esigere una contropartita.

L'ostacolo più grande che le donne devono superare è quello di voler piacere a tutti i costi. Per far ciò rinunciano all'affermazione di sé, all'indipendenza, al potere [...] questa situazione rimarrà immutata finché le donne si orienteranno sulla base del pensiero di altri e non sui propri desideri e sulle proprie idee.

Credere nelle proprie capacità, competenze specifiche e talento. Non ne conseguono né durezza, né mancanza di riguardo, ma il coraggio, una maggiore autonomia e più voglia di vivere.

Le persone non vengono frenate dalla realtà, ma dai propri modelli interiori.

Le donne "brave" non soltanto temono la responsabilità, ma rifuggono dal rischio di non essere più amate o benvolute anche per un solo istante.

I vantaggi e gli svantaggi devono essere soppesati e poi si può prendere una decisione.

Spesso dietro la rabbia si nasconde la forza di ognuno.

L'indipendenza rende possibile allacciare rapporti rilassati e aperti.

Molte donne diventano madri senza avere scelto veramente di avere un figlio. Non hanno nemmeno concepito l'idea di una vita senza figli.

La rinuncia non può mai essere una soluzione duratura.

Il senso del vostro valore non deve dipendere dall'avere o meno un marito. Solo chi crede in se stesso può convincere gli altri di sé.

Prefiggersi scopi a lunga scadenza e non perderli di vista. Non perdere tempo a pensare che cosa pensano gli altri. Giungere ad accordi chiari e inequivocabili, porre richieste.

Ha lavorato per altri nell'ansia di piacere. In questo modo senza volerlo ha rinunciato al successo nella professione. Per paura di essere considerata arrogante dalle assistenti si è posta sul loro livello sgravandole di una parte del suo lavoro, anziché di servirsi di loro per sgravarsi del suo lavoro.

Hanno successo le persone che espongono le proprie idee ad alta voce e con chiarezza, che esprimono desideri e pongono richieste. Manifestano di voler assumere incarichi particolari.

Anche il lavoro che riesce facile ha valore. Proprio coloro che hanno una buona professionalità svolgono il lavoro senza grandi difficoltà e rendono veramente qualcosa.

Anche le lottatrici hanno bisogno dell'appoggio degli amici.

Solo che stabilisce regole proprie all'interno delle quali si sente a proprio agio determina il suo cammino.

La capacità di decisione non ha nulla a che vedere con la diplomazia. diplomazia significa arte della mediazione quest'arte produce risultati in cui tutte le parti ottengono un vantaggio.

La testa della donna è piena di pregiudizi che nascono dalla paura del poter che potrebbe possedere.

Le donne devono anche imparare a esercitare la propria influenza con le persone che stanno sopra di loro.

Un potere stabile l'hanno soltanto coloro che coltivano buoni rapporti con collaboratori e superiori.

Per sfruttare in maniera sensata la propria posizione è indispensabile godere di riconoscimento e rispetto da parte dei collaboratori. Anche una certa popolarità non guasta, ma ottenuta mediante lealtà, stima e una sobria distanza, non prodotta da gentilezza eccessiva o ipocrisia.

Molte donne credono di avere bisogno di un uomo come garante della sicurezza economica e del proprio fascino femminile [...] Per questo motivo tengono in piedi rapporti che da tempo non vorrebbero più. Si preoccupano di come tenersi stretti i propri mariti. Si sacrificano anziché cercare di risolvere i problemi che sorgerebbero in assenza di un marito. E' necessario chiarire i propri obiettivi, prendere con determinazione le decisioni conseguenti.

Il riconoscimento si ottiene per lo più fornendo nuove idee, proposte di miglioramento.

"Esiste una soluzione ed io sono in grado di trovarla". "Voglio infrangere norme e regole".

Solo quando manifesto le mie esigenze gli altri hanno modo di capire che cosa voglio.

O si concepisce la vita come qualcosa di rigido e immutabile oppure ci si decide a fare qualcosa, cioè a cambiare quello che non ci soddisfa.

Ancora oggi viene richiesta la dubbia virtù della modestia. [...] I maschi fanno sempre chiasso davanti a un bel voto e lei non li ha mai rimproverati. Essere visibilmente meglio degli altri non va bene. Avere brutti voti non va bene.

Solo chi ha coraggio di rafforzare la propria personalità può avere potere e influenzare altre persone in maniera convincente e positiva. Ma riuscirà a sviluppare la propria personalità soltanto colei che vive concentrata sui propri desideri e sulle proprie esigenze.

Chi si arrende alla paura è passivo e non può commettere errori.

Le lamentele non hanno mai aiutato nessuno. Ciò che aiuta le donne è la determinazione a liberarsi della propria sudditanza mentale.

E' privo di senso e di utilità adeguarsi fino a perdere la propria riconoscibilità.

La trappola della comprensione: questa trappola si riassume nella formula: "Devo avere comprensione per le difficoltà interiori di coloro che mi stanno intorno".
La trappola della disponibilità: la motivazione principale che si nasconde dietro il rendersi utili è ottenere la dedizione e l'attenzione altrui.
La trappola del sacrificio: in questo caso le donne credono di avere la vocazione di martiri e quindi si sacrificano nel senso letterale del termine.
La trappola della modestia: la rinuncia ai propri desideri e alle proprie esigenze è vista come una delle massime virtù.
La trappola della compassione: qui la donna si identifica con la vittima. Crede di essere l'unica a potere portare la salvezza. la responsabilità di colui che gode della compassione viene quasi del tutto eliminata.

La vera soluzione è sviluppare una personalità consapevole e autonoma.

Poche di loro fanno tutto questo senza provare rimorsi di coscienza.

Spesso si tollera un comportamento altrui perché non si ha il coraggio di biasimarlo apertamente. In questo modo il termine comprensione si è tramutato a poco a poco nel sinonimo di tolleranza di un comportamento inaccettabile e riprovevole.

Dare in escandescenze di tanto in tanto non è un delitto. Ma bisogna anche sapersi scusare. Più spesso è il tono che va cambiato più che il contenuto che, talvolta, va sostenuto fino in fondo.

Gli amici si trovano perché abbiamo qualcosa in comune e quando le cose in comune cambiano, si modifica anche l'amicizia.

La cosa più efficace è cercare alleati con gli stessi interessi. I cambiamenti cui aspirate diventano più semplici da realizzare se più persone tirano la stessa corda. Si sopporta tutto con maggior facilità quando ci si fa coraggio l'un l'altro.

Quando le donne usano il sorriso in maniera raffinata o distaccata per abbindolare qualcuno, allora il sorriso è un'arma efficace. Quando però il sorriso è essenzialmente un espediente per nascondere la paura e per placare l'avversario, allora è sottomissione.

Solo un rapporto equilibrato può arrivare molto lontano. La dipendenza dai genitori, dai mariti, dai compagni di vita, dai superiori invece è un'escalation. Alla fine ci si ritrova sul serio a non sapere più badare a se stesse. Non si è più in grado di prendere decisioni da sole, di mantenersi, di compilare un assegno, di sporgere querela in tribunale.

Nelle cosiddette indagini di mercato sullo shopping è emerso che più una donna trae soddisfazione dal proprio lavoro, meno vestiti si compra.

E' raro che quello che ti spetta ti venga dato spontaneamente.

Chi ha il denaro ha il potere.

Le ragazze "cattive" fanno ciò che è bene per loro...senza sensi di colpa.

Non basta credere in qualcosa, bisogna avere la forza di superare gli ostacoli e lottare.

Le ragazze "cattive":
Infrangono le regole.
Stabiliscono regole proprie.
Pongono esigenze chiare.
Sanno dire NO senza remore.
Nessuno può mettere in crisi la loro sicurezza.
Hanno una visione chiara del cammino che devono percorrere.
Pensano in grande.
Sperimentano il successo.
Non vogliono piacere ad ogni costo.
Non temono le critiche.
non si fanno zittire da nessuno.
Accettano il fatto che senza rischio non si possa vincere.
Usano le proprie energie per i PROPRI scopi.
Sono fiere dei loro successi.
Entrare in competizione le diverte.
Usano un linguaggio diretto e non passano il tempo a preoccuparsi di quello che gli altri potrebbero pensare o fare.
Hanno voglia di vincere.
[...] Non temono di apparire spietate.
[...] Nel dubbio si separano dagli altri, mai da loro stesse!

JUAN BONILLA - IO SONO, IO SEI, IO E'

venerdì 11 marzo 2011

Librettino simpatico per adolescenti, che potrebbe essere utile a tanti adulti.

Il sole è un limone raggrinzito, in un cielo che sembra un sacchetto di plastica per la spazzatura: forse sta aspettando che qualcuno tiri i manici e li annodi per gettarlo in un cassonetto pieno di mille sacchetti identici, con dentro gli scarti di centinaia di giorni che non hanno regalato neanche un momento degno di essere ricordato.

Pensiero e sentimento sono le due facce di una stessa cosa: non esiste niente che non abbia una facciata e un retro, non c'è moneta senza la testa e la croce.

L'anima delle cose la trovi nel valore che gli viene attribuito.

Ognuno si avvelena l'anima con le bugie più dolci, e il fatto che siano poco convincenti non vuol dire che non ti diano soddisfazione.

Lei aspirava a qualcosa di più, a qualcuno che la sconfiggesse, o che venisse sconfitto a fatica.

Questo significa essere un "io mi amo, tu mi ami, egli mi ama": se gli altri ti abbaiano contro, tu trasformi i loro latrati in messaggi d'amore; se ti insultano pensi che in fondo ti stanno lodando. E' una perversione, è vero, e comunque è una perversione utile.

Junot magari non lo sa, ma anche lui è un "io sono, io sei, io è". Vede la realtà in un modo abbastanza chiaro da non venire ferito da illusioni o da clamorose sconfitte.
 

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