JEFF LINDSAY - DEXTER IL DEVOTO

domenica 31 luglio 2011

Secondo capitolo della saga di Dexter che si distacca ancora di più dalla serie vista finora in tv, ma diventa ancora più avvincente per il ruolo dei personaggi e le loro vicende. Il tono rimane sempre ironico e "nero" e per questo riesce a fare addirittura sorridere nonostante la crudezza delle descrizioni.

Essere abitudinari non è mai una buona cosa.

Il segreto di una vita felice sta nell'essere fieri delle proprie conquiste e tesi verso nuovi obiettivi.

Quando hai a che fare con persone dalle capacità comunicative piuttosto limitate e prive del desiderio di svilupparle, è sempre meglio passare oltre.

Una faccenda è siporre di informazioni pronte all'uso, un'altra è capirne il significato e riuscire ad usarle.

La pazenza conta più dell'intelligenza.

Non puoi usare la logica per capire gli uomini. Devi avere pazienza, osservare, imparare.

Se non puoi fare qualcosa subito aspetta finché non verrà il momento.

Perché molte donne grasse pensano di star bene con la maglietta sopra l'ombelico?


MARCIO

venerdì 29 luglio 2011

La gente abituata ad essere circondata dal marcio e l'ipocrisia cercherà sempre del marcio e ipocrisia anche la dove non c'è!



Alma Gjini

IL QUADRO GENERALE

giovedì 28 luglio 2011

E' meglio non invidiare il nostro prossimo: potrebbe stare peggio di noi.

Spesso se guardiamo gli altri capita di pensare che vorremmo avere la vita di qualcun altro, e notiamo solo ciò che ci manca (o che pensiamo che ci manchi), mentre perdiamo di vista tutto il resto. Sarebbe meglio non focalizzare l'attenzione su qualcosa in particolare, ma guardare il quadro generale. A volte alcuni aspetti sono nascosti ed allora è bene sapere che non tutto è perfetto come lo vediamo e cercare di essere grati per quello che abbiamo, piuttosto che invidiare gli altri per quello che ci manca.

COMMOZIONE

Vedere la commozione nello sguardo di una persona che ti vuole bene è davvero meraviglioso, e fino ad ora mi ero più spesso trovata dall'altra parte dello sguardo. E' una sensazione mista di protezione, potere e tenerezza mesolate insieme che si spandono nel petto.

Pensavo che trovare una persona generosa come me fosse un miraggio e mi ero quasi rassegnata a svolgere comunque il ruolo che sento mio Quindi la sorpresa è stata ancora più grande ed anche se è vero che i soldi non fanno la felicità ("però aiutano" come dice mio padre), permettono di sentirsi gratificati per il lavoro svolto, per la fatica che arriva ogni sera e ci offrono l'occasione per festeggiare degnamente la vita con una bella cena nel ristorante più bello.

Mi piacciono queste coccole da "ricchi" e penso che le apprezzo molto di più proprio perché non sono frequenti, perché l'abitudine ammazza tutti gli entusiasmi.

VENDETTA?

La miglior vendetta? La felicità. Non c'è niente che faccia più impazzire la gente del vederti felice.



Alda Merini

IDIOTI 1

domenica 24 luglio 2011

Get More:

RECORD

Battuti tutti i miei record precedenti, sia di tempo che di distanza:

8,5 km in 50'

so' troooooppo forteeeeeee

:)))))))))))))


però mi sento un po' stanc.....ronfffffff

PANCAKES DELLA DOMENICA

CHE SCHIFO

venerdì 22 luglio 2011

Fonte: link
Le sottolineature sono mie.

LE SCELTE DEL GOVERNO
Tagli, donne senza assistenza
Chiudono di centri anti-violenza
Le strutture di accoglienza e assistenza per le donne vittime di soprusi, costretti a ridurre o chiudere le proprie attività. Su 58 affiliati se ne contano oltre 40 in difficoltà. Quelle più a rischio sono le case rifugio, dove si nascondono le donne in pericolo di vita. Il ministero delle Pari Opportunità ha fatto piazza pulita

di GIULIA CERINO
ROMA - L'Italia è un Paese per donne? Pare proprio di no. La conferma arriva oggi dopo un anno di richieste, reclami e proteste: uno dopo l'altro chiudono i battenti i Centri Antiviolenza sparsi su tutto il territorio nazionale, soffocati dai debiti per i tagli e per l'assenza di finanziamenti già stanziati, senza alcun intervento da parte delle istituzioni per salvare le strutture esistenti, che da anni sostengono donne e minori in difficoltà.

Spariti diciotto milioni. Ma che fine hanno fatto i 18 milioni di euro previsti dalla precedente finanziaria e destinati al Piano Nazionale contro la violenza di genere? Risponde Alessandra Bagnara, presidente di D. i. Re, 1 Donne in rete contro la violenza Onlus, associazione che raccoglie in un unico progetto 58 associazione di donne che affrontano il tema della violenza maschile secondo l'ottica della differenza di genere. La presidente la domanda l'ha posta direttamente alla ministra Carfagna, con una lettera a lei indirizzata. "Il denaro - spiega - doveva essere redistribuito sul territorio nazionale e gestito dal ministero". Peccato che poi questi soldi si siano persi per strada.

Dove sono finiti quei soldi? Prova a rispondere Simona Lanzoni, Responsabile Progetti per la Fondazione Pangea Onlus 2, che conferma: "I soldi erano stati stanziati dal governo Prodi. Poi, la Carfagna, su suggerimento di Tremonti, li ha spostati. Dove non si sa. L'unica cosa certa è che tre di quei 18 milioni sono finiti sull'edilizia, a favore della ricostruzione de l'Aquila".

Da Nord a Sud. Lo scenario è sempre quello. I centri antiviolenza sono al verde, costretti a ridurre o chiudere le proprie attività. Su 58 affiliati, la D. i. Re ne conta oltre 40 in difficoltà. Quelle più a rischio sono le case rifugio, dove si nascondono le donne in pericolo di vita. Il ministero ha fatto piazza pulita. "A Viterbo il centro Erinna si è visto revocare il suo mandato, rinnovato per tre anni nel 2009, un anno prima della sua conclusione, febbraio 2012, dal presidente della provincia Marcello Meroi, che - pur avendo verificato di persona le condizioni del centro - ha fatto sapere che sarà indetto un bando per permettere anche a altre organizzazioni di partecipare, senza però preoccuparsi né di far concludere il lavoro al servizio già presente sul territorio e senza preoccuparsi del buco che l'utenza avrà nel periodo di transizione, che vedrà spazzato via anni di lavoro e di esperienza sul campo".

Le città più colpite. "A Messina - spiega la Bagnara - le feste e le sottoscrizioni non bastano più a colmare un sistema in cui gli enti locali sono ormai bloccati e non finanziano più niente a nessuno, e dove le donne violentate e maltrattate vengono considerate secondarie rispetto a altri problemi presenti nel territorio". Poi c'è Belluno "dove non esiste una legge per i centri antiviolenza e dove anche la casa rifugio è stata chiusa e dove i progetti per i bambini vengono finanziati da privati". Catania, "dove ormai si vive alla giornata, in quanto gli enti locali fanno finta di non riconoscere il problema, e dove già nel 2007 è stata chiusa la casa rifugio". Roma, "dove il centro Lisa non ha più i soldi per pagare l'affitto ed è sotto sfratto perché l'Ater non riconosce lo scopo sociale della Onlus e quindi non dà la possibilità di riduzione del canone malgrado la tipologia di lavoro che viene svolto. Gorizia, "dove i finanziamenti sono stati drasticamente tagliati" e, infine, anche Cosenza, "dove l'anno scorso è già stata chiusa la casa rifugio e dove si attende l'esito del bando regionale che è stato presentato dopo un periodo di assenza totale di qualsiasi sostegno pubblico".

Tra moglie e marito non mettere il dito. Il nodo è nel familismo. "Il governo attuale ha inaugurato una politica volta alla mediazione all'interno della famiglia. Si spinge - spiega Lanzoni - affinché le donne vittime di violenza restino in casa, risolvano i problemi assieme all'uomo. Ma, a quanto pare, non leggono nemmeno le statistiche 3. Una politica così è fallimentare". Non solo. "Il governo non riconosce più la differenza tra la violenza sulle donne e quella sugli esseri umani in generale. La tendenza - continua la Lanzoni - è ad annullare l'approccio di genere. Vorrebbero parlare di diritti umani in generale, ma non capiscono che il problema femminile è specifico".

Il problema è politico dunque. Quei 18 milioni sarebbero dovuti servire per implementare gli sportelli già esistenti e costruirne di nuovi nelle Regioni dove ancora mancano strutture di accoglienza per le donne in difficoltà. In Molise, per esempio. Anche in questo caso, si era parlato di progetti, di aprire bandi e destinare parte delle somme a scopi specifici. E invece, "il Governo e gli enti locali italiani continuano a tagliare fondi su un problema che non è né individuale né di sicurezza ma collettivo e di informazione, e su cui lo stesso Parlamento Europeo ha dato chiare direttive sul sostegno degli Stati Membri alle Ong che gestiscono i centri antiviolenza attivi sul territorio".

Servono risorse. Sì, ma quante? "Dipende dalle dimensioni del Centro, ma per Latina, un piccolo centro rispetto ad altri, direi quasi 200mila euro l'anno". Il ragionamento però può essere ribaltato. Quanto costa allo Stato non intervenire? "Le donne che cercano assistenza - riprende la Lanzoni - sono spesso pagate in nero, non hanno reddito ma figli a carico. Insomma, sono persone legate all'assistenza a tutto tondo, ai servizi sociali, alle Asl. Il che pesa sul budget statale. Se invece dessero spazio ai centri e agli operatori, parte del lavoro potremmo accollarlo noi. Così anche le spese statali si ridurrebbero".

Manca il riconoscimento. Invece, oltre ai quattrini, manca il riconoscimento. "Non riconoscono il lavoro degli operatori dei centri anti-violenza. Il governo tende a spostare i compiti dai nostri centri agli istituti di suore. Niente di male, ma qui noi lavoriamo per una causa. Almeno, chiude la Lanzoni, ci facciano sapere se hanno un piano per il futuro".

QUANDO 60.000 € SONO POCHI

LINK
Ma come mai le punizioni restano sempre un passo indietro ai danni inflitti?
Ormai sono passati mesi, tutto si è concluso, gli esiti sono noti, e allora a che serve tutto ciò? Un deterrente? Perché secondo voi che cosa sono per la Endemol 60.000€? Gocce nel mare.
Eppure credo ancora nelle giustizia terrestre nel poter fare comunque qualcosa contro abusi e soprusi, anche se mi sembra che la lezione sia che più grossa la fai, più la scampi...

CORSO AVANZATO 2

giovedì 21 luglio 2011

Quando si entra in un rotatoria si mette la freccia a SINISTRA e ci si sposta nella corsia CENTRALE.


NON SI MARCIA NELLA CORSIA ESTERNA!!!

CORSO AVANZATO 1

Quando si entra in una "rotonda", se non diversamente indicato, bisogna
DARE LA PRECEDENZA A CHI SI TROVA NELLA ROTATORIA

LE BASI 2

In assenza di segnaletica bisogna
DARE LA PRECEDENZA A CHI PROVIENE DA DESTRA

LE BASI 1

Quando si svolta bisogna mettere la freccia...
ANCHE A DESTRA
ANCHE QUANDO SI CAMBIA CORSIA

PROVA COSTUME

Un utile calcolatore di calorie introdotte e cosa fare per consumarle: link

IL CAPO

Tutti pensano il contrario, ma non è facile fare il capo. E' vero che non tutti sono in grado di essere dei buoni capi, perché ci vogliono tanti ingredienti:
- 500 g di capacità di ragionare
- 300 g di senso della responsabilità
- 200 g di saper ascoltare
- 200 g di saper farsi capire
- 100 g di comprensione
- pazienza in abbondanza
Amalgamate il tutto con un sorriso per tutti e non esporre a temperature troppo elevate altrimenti il piatto potrebbe esplodere.

Mi sorprende quando la gente definisce "stronzo" un capo che ha tutte le caratteristiche di cui sopra, ma che ovviamente non è fesso e se non vede eseguite le cose non è affatto contento. Sarà che io mi impegno sempre al massimo e cerco di rispettare nei tempi e nei modi i compiti che mi vengono richiesti, poi si può sempre parlare ed esporre il proprio punto di vista, ed anche se l'ultima parola ce l'ha sempre lui, comunque è una parola che ha una motivazione dietro.
Ne ho visti molti di capi stupidi, vigliacchi ed ingiusti e posso riconoscerne uno che non lo è.

LINK UTILI

http://www.convivendo.net/2009/06/convivenza-errori-evitare/

http://www.convivendo.net/2010/06/come-superare-i-giorni-no/

1.NEGARE LA PROPRIA INDIVIDUALITA’
Come evitare l’errore? La convivenza dovrebbe partire senza abbandonare i propri interessi e le proprie amicizie: «L’importante è parlarsi chiaramente per evitare malintesi», sottolinea Leva. «Servirà a capire che esaltare la propria individualità all’interno della coppia è stimolante e arricchente».

Il nostro commento
Una coppia è composta da due persone, due individui che possiedono la propria individualità, la propria specificità. Questo significa anche che esistono hobby e interessi non comuni. Per quanto possibile non si dovrebbe rinunciare alle proprie passioni, se questi non sono prioritari e fondamentali. Ad esempio, immaginiamo il caso del calcio. Se lui è appassionato tifoso di una squadra e ama seguirla in trasferta ovunque vada, a mio avviso dovrebbe cercare di mantenere questa passione, a condizione che non crei problemi o entri in conflitto con le esigenze della coppia. Ciò significa che deve essere in grado, se necessario anche di rinunciare ad una partita per un’occasione importante. Dall’altra parte, se capita l’occasione, lei potrebbe pensare qualche volta di partecipare alla passione di lui, magari di andare a vedere qualche partita speciale. Si tratta di trovare l’equilibrio tra i due poli del totale dedizione ad una causa e totale esclusione dalla stessa.

2.NON CONDIVIDERE I COMPITI
Come evitare l’errore?«Fin dall’avvio di una convivenza è essenziale la piena collaborazione, con la divisione e l’intercambiabilità dei ruoli» precisa la psicologa. «Alla base però deve esserci come sempre una solida comunicazione, che permetta di aiutarsi e sostenersi reciprocamente».

Il nostro commento
Su questo tema sapete già come la pensiamo (ad esempio: Fifty-Fifty, ovvero “un pò per uno non fa male a nessuno”): la coppia è composta da due persone e per quanto possibile, i compiti vanno condivisi e diventare un punto in comune, un momento di condivisione. magari è consigliabile la specializzazione, ovvero la suddivisione dei compiti sulla base delle proprie preferenze. Ad esempio, nella nostra coppia, io adoro pulire il gas (per una qualche strana adorazione dell’acciaio… non preoccupatevi, sono già in cura da uno psichiatra! ) mentre lei non disdegna occuparsi della lavastoviglie. Semplice, dopo un pranzo o una cena, io mi occupo della parte destra della cucina e lei della sinistra! In questo modo, in metà tempo viene risolto un compito che, se se ne occupasse solo lei, richiederebbe il doppio del tempo.
Poi esistono le eccezioni, per cui se c’è da stendere, montare qualcosa, o annaffiare i fiori, lei si occupa della cucina e io dell’altro compito. Basta compiere lo sforzo di provarci e individuare quali sono i compiti che uno dei due preferisce e suddividerli.

3.ASSECONDARE LE INTERFERENZE FAMILIARI
Come evitare l’errore?L’invadenza familiare in una coppia fresca di convivenza va contrastata immediatamente: «I confini», spiega Sozzani «devono essere chiari fin dall’inizio evitando, ad esempio, di lasciare le chiavi di casa ai propri parenti!».

Il nostro commento
Stiamo lavorando proprio in questi giorni per un contributo ad un libro che uscirà nel mese di settembre e ci è stato chiesto come organizziamo la nostra coppia per quanto riguarda il confine tra coppia e mondo esterno, che è proprio il tema di questo errore. La prima regola è: “Noi, prima di tutto!”, che sta ad indicare che diamo la priorità alla nostra coppia, alle nostre decisioni, alle nostre abitudini. Poi, in secondo piano mettiamo parenti e amici.
Questa regola pianifica e stabilisce una priorità totale per la coppia: tutto il resto rimane fuori, o almeno rimane in secondo piano. Commenti, polemiche, osservazioni stupide, consigli gratuiti vengono filtrati da questa regola e, se non portano un valore aggiunto, non vengono nemmeno presi in considerazione.

4.RINTANARSI IN CASA
Prima della convivenza non si perdeva occasione per andare a cena, al cinema o a teatro. Adesso invece si sta a casa, vittime della pigrizia . Succede spesso così durante la convivenza: «Si tende a seppellirsi in casa e a non concedersi più gli svaghi di prima, dato che si sta insieme lo stesso», conferma la psicologa Federica Leva. «Il rischio? Noia e mancanza di stimoli comuni».Come evitare l’errore?Occorre combattere la pigrizia: «La coppia che inizia la convivenza deve sempre mantenere il contatto con la propria rete comune di amicizie e di interessi». Fare abbonamenti a spettacoli, frequentare insieme corsi, ad esempio, possono essere modi per “costringersi” a non perdere le buone abitudini.

Il nostro commento
In effetti, il problema sussiste. Come era indicato nella descrizione di questo frequente errore (Convivenza: gli errori da evitare), è abbastanza naturale la differenza sostanziale tra il prima e il dopo, tra quando si è semplici “fidanzatini” e quando si va a convivere: prima era necessario, se non indispensabile, trovare e inventarsi le occasioni per stare insieme, ora, convivendo, questa urgenza viene meno e quindi è più facile cadere nella modalità “pantofola”.
Anche in questo caso la regola dell’”evitiamo gli eccessi” deve farla da padrona: se la coppia constata che sono più di cinque giorni che non escono e non ci sono buoni motivi (malattia, lavoro, ecc.), deve reagire ed evitare di protrarre la situazione. Dopo un po’ si perdono le buone abitudini (no, quelle cattive sono sempre dure ad andarsene!), ed è più difficile recuperare. Mettetevi un limite, stabilite la regola di uscire almeno due volte alla settimana con amici, o anche da soli, ma se vi rendete conto che state esagerando con l’isolamento, prendete delle contromisure.

5.GIUSTIFICARE IL PETER PAN IN LUI, o meglio ACCETTARE COMPORTAMENTI CENTRIFUGHI
Se la coppia decide di andare a convivere si assume una responsabilità. Entrambi devono essere pronti ad affrontare in maniera matura la propria nuova quotidianità: «A questo punto può presentarsi il pericolo del complesso di Peter Pan, ovvero della difficoltà del soggetto, per lo più maschio, a crescere e ad assumersi le responsabilità», evidenzia la psicologa Sabrina Sozzani. «Questo, inevitabilmente, compromette una convivenza positiva e stabile».Come evitare l’errore?«Una donna intelligente se ne dovrebbe accorgere prima di iniziare la convivenza!», precisa Sozzani. «Solo se lui dimostrerà di essere cresciuto, si potrà iniziare serenamente una vita a due».

Il nostro commento
Direi che l’affermazione è sessista, riduttiva e per alcuni versi deviante: non esiste solo la sindrome di Peter Pan, ma esistono molteplici problemi di questo tipo. Ad esempio, lei potrebbe sentirsi estremamente legata ai suoi genitori e non riuscire a staccare il cordone ombelicale. O uno qualsiasi dei due potrebbe sentirsi ancora troppo giovane per passare tutto il tempo con il partner e rinunciare ad essere fuori tutte le sere con i propri amici.
La risposta della Dott.ssa Sozzani, in questi termini, ha un fondo di verità: su alcune problematiche si dovrebbe lavorare prima di andare a convivere, non durante! La speranza che la convivenza risolva alcune questioni è valida quanto quella che un figlio appiani le divergenze nelle coppie in crisi: spesso la convivenza aggrava e polarizza determinati comportamenti, piuttosto che risolverli. Poi, ovviamente, esistono le eccezioni.
E’ anche vero che una serie di comportamenti non sono prevedibili, in quanto si presume che cambiando le carte in tavola il gioco possa cambiare e assumere altre forme. Bisogna poi vedere, se quelle forme soddisfano le nostre aspettative.

6.ESTREMIZZARE IL SENSO DI LIBERTA’
«La convivenza non è esattamente la libertà di fare ciò che si vuole», afferma la psicologa Sabrina Sozzani. « È un errore credere che significhi uscire dal nucleo familiare per diventare “padroni del mondo”. Devono essere rispettati i valori personali, le credenze, tra cui quelle religiose, limitando la propria libertà a quello che desidera anche l’altro, nel rispetto reciproco».Come evitare l’errore?Mai considerare la convivenza come una via di fuga dal nucleo familiare in nome della più disordinata libertà. Il malinteso deve essere subito chiarito: «La propria libertà si deve misurare con quella della persona con cui si è scelto di vivere», conclude Sozzani.

Il nostro commento
Siamo d’accordo con quanto espresso dalla Psicologa: andare a convivere come via di fuga dal proprio nucleo famigliare equivale a un potenziale fallimento. La scelta di andare a convivere con una persona deve essere dettata solo dal desiderio e dal bisogno di condividere la propria vita, non esclusivamente o prevalentemente da altre ragioni. Con questo, troviamo poca attinenza con il tema della libertà: cosa c’entrano le due dimensioni? Una riguarda il perchè, l’altra il come e il cosa.
Per quanto riguarda la libertà nella coppia, si può dire tutto e il contrario di tutto. Abbiamo già scritto più volte delle forze centrifughe e centripete all’interno della coppia e sulla necessità di trovare il giusto equilibrio tra i diversi verbi modali che conosciamo: volere, potere e dovere. Se la coppia che va a convivere è abbastanza equilibrata e, ad ogni modo, lavora sulle proprie dinamiche relazionali, allora le potenzialità sono massime. Se invece imperano conflitti, piccole vendette, attriti, allora sarà difficile anche trovare il giusto equilibrio tra la libertà individuale e le richieste della coppia.
Non si tratta di limitare la propria libertà, ma di espandere la gamma di possibilità e su questo ci dovremo per forza tornare.

7.NON IMPORSI DEI LIMITI
«Occorre coerenza nelle concessioni. I no, infatti, aiutano sempre», sostiene la psicologa Sabrina Sozzani. «La coppia dovrebbe imparare a imporsi alcuni limiti prima di iniziare la convivenza. Faccio un esempio: se prima lui poteva guardare l’automobilismo e subito dopo il calcio per tutta la domenica, sarà difficile fargli perdere quest’abitudine se non se ne parla prima insieme…».Come evitare l’errore?La convivenza deve essere avviata stabilendo anche i limiti: «Ecco a cosa servono i no che aiutano a vivere meglio in due», precisa la psicologa. «Non bisogna avere paura di chiedere compromessi se questi sono utili alla coppia».

Il nostro commento
Solito tono vagamente sessista (si vede che è scritto da una donna ). A parte questo, la parola chiave è compromesso, accompagnata da equilibrio. Sta al buon senso di ognuno ridurre l’autismo che può coglierci in diversi momenti, quando si guarda la televisione (indipendentemente dal programma!!!), quando ci si chiude nel proprio lavoro, ecc.
Possono esserci dei momenti di distanza, ma non devono mai essere troppo lunghi e devono essere resi espliciti: in questo momento ho voglia di fare così, ma senza lasciarsi prendere la mano.

8.MENTIRE
Posto che il principio base di una coppia è la comunicazione, diventa molto difficile portare avanti una relazione quando manca la sincerità. «Durante il fidanzamento le bugie possono essere sintomo di noia, ma con la convivenza questo può portare inevitabilmente a rompere il rapporto. A questo punto il problema è grave: bisognerebbe infatti anche capire per quale motivo chi racconta bugie continua a farlo», avverte la psicologa Sabrina Sozzani.Come evitare l’errore?«Talvolta chi preferisce mentire lo fa per cultura, paura o semplicemente per abitudine», spiega la psicologa «Una convivenza così non può tuttavia funzionare. Questo vizio deve essere del tutto abbandonato».

Il nostro commento
Assolutamente d’accordo. Esistono diversi tipi di bugie: le mezze verità, le verità mancate, le menzogne vere e proprie. Indipendentemente dal loro ruolo e funzione nella coppia, devono essere evitate, sempre! Ad esclusione delle feste a sorpresa, dei percorsi narrativi per mascherare un regalo (come avevamo scritto in Appunti Natalizi).

9.NON RICAVARSI SPAZI PROPRI
«Anche all’interno di un monolocale è bene avere uno spazio personale dove potere dare sfogo alla propria creatività non condivisa (o criticata) dall’altro», avverte la psicologa Sabrina Sozzani. «Può trattarsi, ad esempio, di un hobby. Oltre all’indipendenza economica, infatti, la coppia dovrebbe puntare anche a quella di pensiero. Per questo ha bisogno dei suoi spazi…».Come evitare l’errore?Al principio di una convivenza non bisogna perdere di vista la propria individualità e indipendenza: «Meglio iniziare da subito a individuare e gestire i propri spazi vitali, dividendoseli equamente e con rispetto», suggerisce Sozzani.

Il nostro commento
Questo errore è strettamente connesso con tutti quelli che l’hanno preceduto in questo post. Se la coppia è estremamente simbiotica, senza il minimo spazio di azione individuale, riuscirà a fatica a sopravvivere, se non cade nell’autismo completo (e di casi patologici di questo tipo, sono piene le pagine di cronaca nera). Prima o poi scatterà qualcosa nella testa di uno dei due che reclamerà la propria indipendenza, la voglia di respirare, di cambiare aria.
Restate chiusi nella vostra casa per una settimana senza aprire le finestre. Non vi viene prima o poi voglia di uscire a prendere una boccata d’aria? La stessa cosa avviene nella coppia: areare i locali prima di soggiornarvi, è il consiglio migliore.

10.SENTIRSI “ACCASATI”
L’avvio di una convivenza può portare sia la donna che l’uomo a un eccessivo rilassamento: «Un errore tipico è quello di sentirsi “accasati”, perdendo di vista il proprio aspetto fisico, ad esempio ingrassando a dismisura o non curando l’abbigliamento», evidenzia la psicoterapeuta Sabrina Sozzani. «Badare a se stessi, invece, è un segnale che indica rispetto personale e reciproco».Come evitare l’errore?In una convivenza non bisogna dare nulla per scontato: è importante continuare a piacere al partner oltre che a se stessi. «Non bisogna mai abbassare la guardia!» avverte la psicologa. «Ci vuole maggiore impegno e dedizione da parte di entrambi».

Il nostro commento
Leggendo le vostre mail e confrontandoci continuamente con coppie che ci raccontano le loro storie e che, in qualche modo, fanno un po’ parte anche di quello che scriviamo sul blog, ci si accorge che questo rischio non è da sottovalutare. Anche in questo caso, la miglior soluzione è la prevenzione: uscite, fate cose, vedete gente, costruitevi per quanto possibile una vita sociale, lasciate il dvd e il divano ai momenti in cui non ci sono alternative, o a quando fuori è brutto tempo, o a quando proprio desiderate una serata pantofolaia.
Combattete la pigrizia! La naturale tendenza a lasciarvi andare e a crogiolarvi nel tepore delle certezze. E’ come per la rana bollita, di cui vi racconteremo in un altro post.
Spesso è difficile compiere consapevolmente la scelta di muoversi, di socializzare, di uscire. Ma dovete farne una ragione (non un’ossessione), proprio per l’esigenza naturale di non chiudersi su se stessi. Senza cadere nell’eccesso di essere sempre con altri e mai con se stessi, ovviamente.

11.ASSECONDARE L’ANTIDESIDERIO
La convivenza alla lunga può uccidere il desiderio sessuale se la coppia sottovaluta certi campanelli d’allarme e non ricorre alla propria fantasia per continuare a stimolare l’altro. «Occorre cercare di mantenere la propria vita sessuale sempre attiva e creativa, evitando di negarsi o di mostrarsi disinteressati inibendo il partner», avverte la psicologa Federica Leva.Come evitare l’errore?La convivenza non deve fomentare l’antidesiderio, sarebbe decisamente un grave errore. «La coppia non si deve “sedere”, ma deve cercare nuovi stimoli per tenere sempre viva la propria attività sessuale», dice la psicologa.

Il nostro commento
Antidesiderio? E’ come l’antimateria?
Qui vale la solita regola dell’evitare gli eccessi e, da un certo punto di vista decisamente più ampio, se lavoro, impegni, stanchezza e tutto quello che volete vi distraggono, vi portano via tempo e voglia di darvi da fare, fermatevi per tempo. E’ quasi impossibile delineare segnali d’allarme o periodi di controllo: se non lo fai per una settimana è grave? e per dieci giorni? Vedete, non ha molto senso. Dipende dai ritmi della propria coppia, dalle proprie routine e dal desiderio che si prova.
Dovete valutare voi qual è il limite oltre cui non andare o porvi dei quesiti. Ovviamente, non si risolve la quesitone obbligandosi reciprocamente a fare sesso. Ma occorre porsi il dubbio e cercarne il motivo. Troppo lavoro? Un’influenza? Ponetevi rimedio, non prendendo impegni per questo weekend, oppure, andando via un paio di giorni, o riservandovi i vostri spazi di coppia e lasciando che i motivi per cui state insieme facciano il loro dovere!

12.ESAGERARE CON LA TECNOLOGIA (Ovvero, lasciarsi distrarre dalle cose, n.d.a.)
Una convivenza allo start può essere minacciata pure dal modo in cui si accessoria la casa. «E’ un problema molto pratico», spiega la psicologa Federica Leva. «Alla sera può capitare che entrambi scelgano di interfacciarsi con il proprio computer. Internet ruba molto tempo, ipnotizza. Il tempo da trascorrere insieme svanisce senza che la coppia se ne renda quasi conto. Lo stesso dicasi per la televisione o le altre tecnologie che isolano gli utenti».Come evitare l’errore?Per non compromettere già dall’inizio una felice convivenza sarebbe bene darsi delle regole o, più drasticamente, «non riempirsi la casa di troppa tecnologia, riservando più tempo alla comunicazione diretta tra lei e lui», suggerisce la psicologa.

Il nostro commento
Anche qui vago aroma di sessismo… Ampliamo la tematica, estendendola a tutto ciò che ci può distrarre dal nostro partner. Può essere un videogioco, un sito internet, un forum discussione, un gruppo di lettura o i compagnia del corso di cucina. Può essere la supertecnologica cyclette che avete acquistato recentemente, la pratica dello yoga o la palestra. Può essere il nuovo cellulare, il lettore emp3, il pc che usate per il lavoro o il frullatore.
Insomma, la vita di coppia è costantemente insidiata da distrazioni di ogni tipo. Anche in questo caso la regola dell’evitare gli eccessi ci spinge a considerare quanto tempo dedichiamo ad una distrazione e quanto al nostro partner.
Ponetevi la domanda, questa è già la risposta e la soluzione al problema.

PROSPETTIVE

mercoledì 20 luglio 2011

Ancora nessuna novità ed io che mi struggo, che lavoro, che mi impegno, che viaggio, che non posso fare progetti nemmeno da qui a due settimane, perché non so ancora niente di niente.
Se provo a dire qualcosa divento quella ansiosa, se non dico niente tutti tacciono e intanto il tempo passa...


Montagna?

Mare?

Campagna?

Basta andare via.

COME CI SI RIDUCE

Qui le email

DOLCENERA - IL SOLE DI DOMENICA

domenica 17 luglio 2011


http://www.youtube.com/watch?v=yzjC7qj3TIo



io non ti capisco
io mi lascio andare
freccia nel futuro
e tu che parli di affinità
i tuoi riflessi di vanità
falso di un tramonto
il senso delle cose

siamo faccia a faccia io e te
e facciamo solo
come se cambiare sia un dovere
se ad ogni reazione
corrisponderà un’azione

crolla crolla crolla
il sole di domenica
le previsioni del tuo cuore
fanno a cazzotti col dolore
e brilla brilla brilla
il cielo dell’america
le quotazioni del tuo amore
sono espressioni letterarie
che infieriscono sull’idea
che ho di me

non per il piacere
ne per amor proprio
ma per la differenza

stare insieme non ha senso
in territori rei confessi
linea di confine
per noi della stessa specie
se ad ogni reazione
corrisponderà un’azione

crolla crolla crolla
il sole di domenica
le previsioni del tuo cuore
fanno a cazzotti col dolore
e brilla brilla brilla
il cielo dell’america
le quotazioni del tuo amore
sono espressioni letterarie
che infieriscono sull’idea
che ho di me

hey hey hey hey
hey hey hey hey
hey hey hey hey
hey hey

e brilla brilla brilla
il cielo dell’america
le quotazioni del tuo amore
sono espressioni letterarie
che infieriscono sull’idea
che ho di me

hey hey hey hey
hey hey hey hey
hey hey hey hey
hey hey

AL LAVORO

venerdì 15 luglio 2011

Io ho capito... ma tu che hai detto?


Erika

CAMBIO CAMBIO CAMBIO

giovedì 14 luglio 2011

Nuovo cambio di casa, nuovo lavoro, nuova vita.

Una mia amica mi dice che ha una vita normale e che mi chiama perché sicuramente di novità gliene racconto sempre, ed in effetti è così: sempre in continuo mutamento, in un modo o nell'altro. Del resto che me ne faccio di una vita piatta con ogni giorno uguale all'altro, davvero mi morirebbe l'anima e mi è anche capitato in passato, perciò faccio di tutto perché non succeda di nuovo.
I cambiamenti non mi spaventano e mi fanno sentire "in vacanza", mi piace il modo in cui li sto affrontando e vado avanti.
 

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