LUOGHI COMUNI
mercoledì 18 gennaio 2012
quanto siamo ancora legati ai luoghi comuni?
Mi rendo sempre più spesso conto di quanto ancora si tenda a ricorrere ai luoghi comuni che spesso e volentieri sono scorretti, "etichettanti" e discriminatori. Credo anche che il motivo principale sia l'abitudine e la pigrizia di non soffermarsi un momento a pensare.
Tutto è partito dalla definizione di lavare i piatti come una "cosa poco maschile", però mi rendo conto che non c'era da parte dello scrittore alcuna intenzione denigratoria nei confronti delle donne, anche se, di fatto, è stato così.
In effetti anche io mi sono definita più volte un "mezzo uomo" (e ribadisco che non ho alcuna "sorpresina" in mezzo alle gambe), per il semplice fatto che ho abitudini, predisposizioni, modo di pensare considerati "maschili", quindi come uscire dall'impasse?
Da piccola non mi piaceva troppo giocare con le bambole, ho sempre preferito i Lego.
Ho imparato a cambiare una lampadina, a pulire il filtro della lavatrice, a montare i mobili dell'Ikea, a fare traslochi, ad usare il trapano a percussione.
Faccio un lavoro abbastanza maschile (anche se ormai lo fanno tante donne) e lavoro in un ambiente prevalentemente maschile.
So guidare.
Non mi piace troppo fare shopping.
Non mi piace il pettegolezzo.
MANIE FEMMINILI
martedì 22 novembre 2011
QUANDO LASCIARE E' UN ATTO DI CORAGGIO
mercoledì 5 ottobre 2011
Io lo ammiro.
Ammiro il coraggio di V. per aver preso questa decisione, perché nonostante il dolore non vuole umiliarsi più, non vuole essere l'unico a "remare" sulla barca della relazione.
E lo ammiro ancora di più perché non dice "ormai", non si dà per vinto, sa che quella non era la persona per lui e anziché tradirla, anziché nascondersi, anziché perdere ulteriore tempo, ha deciso di lasciarla dopo aver combattutto per più di un anno, e lasciare, in questo caso, è un atto di coraggio, è un atto responsabile e rispettoso. Rispettoso di se stesso, ma anche dell'altra persona, che spesso non vuole vedere ciò che è palese, perché è più facile non vedere, è più facile snocciolare tante belle frasi, quando in realtà stiamo ingannando noi stessi e gli altri.
Il tradimento è un'assurdità: se non si sta bene con una persona, per quanto ci sia dell'affetto, è un atto di responsabilità lasciarla, anche perché alla lunga tutta questa insoddisfazione fa aumentare l'astio, l'insoddisfazione, il rancore e la rabbia, e questo non è certo salutare. Oppure siamo talmente convinti di non fare niente di male che nemmeno ci pensiamo (ma ci guardiamo bene dall'ammetterlo) con un fatalismo sconcertante, come se non ci fossero conseguenze a ciò che facciamo. Spesso però non è l'affetto che ci tiene legati, ma l'abitudine, la compagnia, la vigliaccheria o semplicemente la possibilità di avere sesso.
E poi fa paura l'idea di rimanere soli, di dare una delusione ai genitori, ai figli o anche solo a se stessi. E tutto questo che c'entra con l'amore? Proprio niente.
Se invece si sta bene con una persona perché la si tradisce? Perché non si fa abbastanza sesso? Perché ogni lasciata è perduta? E questo che c'entra con l'amore? Ancora niente: il sesso non è amore, anche solo il fatto che siano due parole diverse li distingue palesemente.
La conclusione è che si tradisce perché non ci si vuole assumere la responsabilità di chiudere un rapporto magari già finito, perché è sempre troppo facile parlare di "colpe" e perché chi lascia è sempre visto come il carnefice, invece per me è il vero CORAGGIOSO.
UFFICIALE
venerdì 30 settembre 2011
Mamma miaaaaaaaa.
Vabbè è tutto un film che si sono fatte, e le verità sono due:
1) Le donne sono curiose.
2) Le donne lo sanno
COME FINIRLA
domenica 25 settembre 2011
Non quello che fa, ma le sue decisioni: non come inizia una cosa, ma come decide di finirla.»
SINTONIA
venerdì 16 settembre 2011
VECCHI AMICI?
lunedì 22 agosto 2011
LAMANTINO
giovedì 3 febbraio 2011

FAVOLE MODERNE
giovedì 4 novembre 2010
Quel sovrano avrebbe potuto ucciderlo, ma fu mosso a compassione dalla gioia di vivere giovanile di Artù. Così gli offrì la libertà, a patto che egli avesse risposto ad un quesito molto difficile…
Artù avrebbe avuto a disposizione un anno per trovare la risposta, e se dopo un anno ancora non ne avesse avuta una, sarebbe stato ucciso. Il quesito era: "Cosa vogliono veramente le donne?".
Un quesito simile avrebbe sicuramente lasciato perplesso anche i più saggi fra gli uomini, e per il giovane Artù sembrava proprio una sfida impossibile.
Comunque, dato che in ogni caso era meglio della morte, Artù accettò la proposta del sovrano di trovare una risposta entro un anno, e dunque fece ritorno al suo regno. Una volta giunto, egli iniziò a interrogare tutti: la principessa, le prostitute, i sacerdoti, i saggi, le damigelle di corte.…
Per farla breve, parlò praticamente con chiunque, ma nessuno seppe dargli una risposta soddisfacente. Ciò che la maggior parte della gente gli suggeriva era di consultare la vecchia strega, in quanto solo lei avrebbe potuto conoscere la risposta... ma il prezzo sarebbe stato sicuramente caro, dato che la strega era famosa in tutto il regno per i compensi esorbitanti che chiedeva per i suoi consulti.
Il tempo passò... e giunse l'ultimo giorno dell'anno prestabilito, allorquando Artù non ebbe altra scelta che andare a parlare con la vecchia strega. Essa accettò di rispondere alla domanda di Artù, ma solo a patto che egli avesse accettato di accordarle la ricompensa da lei richiesta: la mano di Gawain, il più nobile dei Cavalieri della Tavola Rotonda, nonchè migliore amico di Artù!
Il giovane Artù provò orrore a quella prospettiva... la strega aveva una gobba ad uncino, era terribilmente orrenda, aveva un solo dente, puzzava di acqua di fogna e spesso faceva anche dei rumori osceni! Non aveva mai incontrato una creatura tanto ripugnante... si rifiutò di accettare di pagare quel prezzo... e condannare il suo migliore amico a sobbarcarsi un fardello simile!
Gawain però, non appena seppe della proposta, volle parlare ad Artù...
Gli disse che nessun sacrificio era troppo grande per salvare la vita di Artù e la tavola rotonda, e che quindi avrebbe accettato di sposare la strega di buon grado.
Pertanto, il loro matrimonio fu proclamato, e la strega finalmente rispose alla domanda: ciò che una donna vuole veramente è essere padrona della propria vita.
Tutti concordarono sul fatto che dalla bocca della strega era uscita senz'altro una grande verita... e che sicuramente a quel punto la vita di Artù sarebbe stata risparmiata. E così andò. Il sovrano del regno vicino risparmiò la vita ad Artù, e gli garantì piena libertà.
Ma che razza di matrimonio che ebbero Gawain e la strega!
Artù si sentiva lacerato fra sollievo ed angoscia... Gawain si comportò come sempre, gentile e cortese. La strega invece sfoderò le sue maniere peggiori... mangiava con le mani, ruttava e petava, e mise tutti a disagio.
Si avvicinava la prima notte di nozze... Gawain si preparava a trascorrere una nottata orribile... alla fine prese il coraggio a due mani, ed entrò nella camera da letto... e... che razza di vista che lo attendeva!
Davanti a lui, discinta sul talamo nuziale, giaceva semplicemente la più bella donna che avesse mai visto! Gawain rimase impietrito... non appena ritrovò l'uso della parola, chiese alla strega cosa le fosse accaduto.
La strega rispose che egli era stato talmente galante con lei quando si trovava nella sua forma repellente che aveva deciso di mostrarglisi nel suo altro aspetto, e che per la metà del tempo sarebbe rimasta così, mentre per l'altra metà sarebbe tornata la vecchiaccia orribile di prima... poi, la strega chiese a Gawain quale dei due aspetti avrebbe voluto che ella assumesse di giorno, e quale di notte.
Che scelta crudele! Gawain iniziò a pensare all'alternativa che gli si prospettava: una donna meravigliosa al suo fianco durante il giorno, quando era con i suoi amici, ed una stregaccia orripilante la notte? O forse la compagnia della stregaccia di giorno e una fanciulla incantevole di notte con cui dividere i momenti di intimità?
Voi cosa fareste? La scelta di Gawain è distante solo un paio di righe... ma non leggete, finchè non avrete fatto la vostra scelta!
Il nobile Gawain disse alla strega che avrebbe lasciato a lei la possibilità di decidere per se stessa.
Sentendo ciò, la strega gli sorrise, e gli annunciò che sarebbe rimasta bellissima per tutto il tempo, proprio perche Gawain l'aveva rispettata, e l'aveva lasciata essere padrona di se stessa!
Qual'è il morale di questa storia?
La morale è che non importa se la tua donna è bella o brutta, se è intelligente o stupida...
… in fondo in fondo è sempre una strega!!!
SARA
domenica 10 ottobre 2010
Non so chi sia Cecilia, l'autrice del brano riportato qui sotto, ma concordo sul fatto che di tutta la vicenda orribile accaduta a Sara Scazzi, come sempre, si sia considerato solo la retorica, la distinzione tra vittima e carnefice, senza andare in profondità.
Mi rendo conto sempre di più che considerare altri punti di vista sia sempre più difficile e ormai considerato "strano".
Brano di Cecilia trovato su internet:
Sarah è morta, è morta a 16 anni. E’ stato lo zio, forse il movente è di tipo sessuale. La cosa non sorprende e non sorprenderà nessuno ovviamente. Perchè non sorprende? Perchè in realtà tutti, ma proprio tutti sanno quello che è il destino di molte donne, o forse sarebbe meglio dire che tutti sono consapevoli dei rischi che comporta essere una donna, non importa l’età.
Sarah Scazzi è morta. E se è vero che la responsabilità penale è personale, è altrettanto vero che risulta abominevole e raccapricciante il fatto che con un’ostentata naturalezza e sfacciato sussiego molti in queste ora stanno sfoggiando i loro presentimenti. L’abominio consiste nel fatto che, sebbene questa società sia perfettamente consapevole della violenza dilagante contro le donne ( soprattutto in famiglia), nessuno fa nulla. Molti diranno: <>. Questa generalmente è la domanda di chi o non ha il coraggio di trovare una soluzione o in realtà non è per nulla preoccupato per il dramma che si consuma giornalmente nelle case: donne picchiate, insultate, maltrattate, stuprate e uccise da mariti/compagni, ex fidanzati, padri, zii, nonni, amici di famiglia, corteggiatori ( che di cavalleresco hanno ben poco).
<> ; <>
Questa domanda non è retorica, ma lo diventa quando l’unica reazione che si riesce ad avere è quella di stracciarsi le vesti e intonare compianti strazianti in favore della vittima, tessendone le lodi e l’innocenza. Si cercano gli aspetti più angelici della vittima cercando di farla apparire più un’icona eterea e poco reale; un’immagine idealizzata e magari poco lontana dalla ciò che quella persona era in effetti.
Sarah, come tutte le donne vittime della violenza maschile ( qualsiasi sia la forma che assume), aveva dei difetti, che noi non conosciamo. Sarah era una ragazza come tante, normale a tutte le sue coetanee; aveva degli idoli che seguiva, amava la musica, cercava di diventare grande il più in fretta possibile ( come capita a quasi tutti a quell’età). Ma era una persona come tante.
Sarah era normale come tutte le vittime di violenza, magari parlava troppo o troppo poco, magari era simpatica, magari no; forse era generosa o forse no.
Il problema è che per esorcizzare socialmente la piaga della violenza sulle donne l’unico rimedio in atto è quello di mitizzare queste figure, quasi a renderle martiri dalle doti soprannaturali e duqnue in questo modo allontanarle dalla quotidianità. Se i personaggi di una storia vengono spogliati della loro umanità l’esorcismo è riuscito: infatti pian piano queste vittime e i loro carnefici abbandonano la vita, abbandonano la dimensione del qui ed ora e diventano una favola di cui si riesce a cogliere l’inizio:
<>.
Questa è una tecnica antica come il mondo, o quanto meno come la cultura europeo-mediterranea, la tragedia greca infatti mettendo in scena problemi reali in contesti immaginari esorcizzava la dinamina tragica della vita vera.
Sarah, come molte donne, diventerà un archetipo mitico che ha ben poco a che fare con la tangibilità del presente.
E fino a quando questa società produrrà miti, fino a quando rinchiuderà la violenza maschile all’interno di una dimensione lontana nello spazio e nel tempo allora non si potrà mai affrontare il problema, perchè la verità è che nessuno andrebbe in cerca della strega di Biancaneve.
Sarah è morta. E non è una favola.
AMORE CRIMINALE
mercoledì 25 agosto 2010
Ucciso e gettato nel pozzo dai due amanti diabolici
Repubblica — 11 settembre 2002 pagina 21 sezione: CRONACA
GRANDI UOMINI
venerdì 11 giugno 2010
(MIA)
UOMINI E DONNE 1
domenica 28 marzo 2010
Perché le donne sono ansiose e frenano bruscamente, gli uomini non rispettano la distanza di sicurezza e ci vanno a sbattere.