http://www.convivendo.net/2009/06/convivenza-errori-evitare/
http://www.convivendo.net/2010/06/come-superare-i-giorni-no/
1.NEGARE LA PROPRIA INDIVIDUALITA’
Come evitare l’errore? La convivenza dovrebbe partire senza abbandonare i propri interessi e le proprie amicizie: «L’importante è parlarsi chiaramente per evitare malintesi», sottolinea Leva. «Servirà a capire che esaltare la propria individualità all’interno della coppia è stimolante e arricchente».
Il nostro commento
Una coppia è composta da due persone, due individui che possiedono la propria individualità, la propria specificità. Questo significa anche che esistono hobby e interessi non comuni. Per quanto possibile non si dovrebbe rinunciare alle proprie passioni, se questi non sono prioritari e fondamentali. Ad esempio, immaginiamo il caso del calcio. Se lui è appassionato tifoso di una squadra e ama seguirla in trasferta ovunque vada, a mio avviso dovrebbe cercare di mantenere questa passione, a condizione che non crei problemi o entri in conflitto con le esigenze della coppia. Ciò significa che deve essere in grado, se necessario anche di rinunciare ad una partita per un’occasione importante. Dall’altra parte, se capita l’occasione, lei potrebbe pensare qualche volta di partecipare alla passione di lui, magari di andare a vedere qualche partita speciale. Si tratta di trovare l’equilibrio tra i due poli del totale dedizione ad una causa e totale esclusione dalla stessa.
2.NON CONDIVIDERE I COMPITI
Come evitare l’errore?«Fin dall’avvio di una convivenza è essenziale la piena collaborazione, con la divisione e l’intercambiabilità dei ruoli» precisa la psicologa. «Alla base però deve esserci come sempre una solida comunicazione, che permetta di aiutarsi e sostenersi reciprocamente».
Il nostro commento
Su questo tema sapete già come la pensiamo (ad esempio: Fifty-Fifty, ovvero “un pò per uno non fa male a nessuno”): la coppia è composta da due persone e per quanto possibile, i compiti vanno condivisi e diventare un punto in comune, un momento di condivisione. magari è consigliabile la specializzazione, ovvero la suddivisione dei compiti sulla base delle proprie preferenze. Ad esempio, nella nostra coppia, io adoro pulire il gas (per una qualche strana adorazione dell’acciaio… non preoccupatevi, sono già in cura da uno psichiatra! ) mentre lei non disdegna occuparsi della lavastoviglie. Semplice, dopo un pranzo o una cena, io mi occupo della parte destra della cucina e lei della sinistra! In questo modo, in metà tempo viene risolto un compito che, se se ne occupasse solo lei, richiederebbe il doppio del tempo.
Poi esistono le eccezioni, per cui se c’è da stendere, montare qualcosa, o annaffiare i fiori, lei si occupa della cucina e io dell’altro compito. Basta compiere lo sforzo di provarci e individuare quali sono i compiti che uno dei due preferisce e suddividerli.
3.ASSECONDARE LE INTERFERENZE FAMILIARI
Come evitare l’errore?L’invadenza familiare in una coppia fresca di convivenza va contrastata immediatamente: «I confini», spiega Sozzani «devono essere chiari fin dall’inizio evitando, ad esempio, di lasciare le chiavi di casa ai propri parenti!».
Il nostro commento
Stiamo lavorando proprio in questi giorni per un contributo ad un libro che uscirà nel mese di settembre e ci è stato chiesto come organizziamo la nostra coppia per quanto riguarda il confine tra coppia e mondo esterno, che è proprio il tema di questo errore. La prima regola è: “Noi, prima di tutto!”, che sta ad indicare che diamo la priorità alla nostra coppia, alle nostre decisioni, alle nostre abitudini. Poi, in secondo piano mettiamo parenti e amici.
Questa regola pianifica e stabilisce una priorità totale per la coppia: tutto il resto rimane fuori, o almeno rimane in secondo piano. Commenti, polemiche, osservazioni stupide, consigli gratuiti vengono filtrati da questa regola e, se non portano un valore aggiunto, non vengono nemmeno presi in considerazione.
4.RINTANARSI IN CASA
Prima della convivenza non si perdeva occasione per andare a cena, al cinema o a teatro. Adesso invece si sta a casa, vittime della pigrizia . Succede spesso così durante la convivenza: «Si tende a seppellirsi in casa e a non concedersi più gli svaghi di prima, dato che si sta insieme lo stesso», conferma la psicologa Federica Leva. «Il rischio? Noia e mancanza di stimoli comuni».Come evitare l’errore?Occorre combattere la pigrizia: «La coppia che inizia la convivenza deve sempre mantenere il contatto con la propria rete comune di amicizie e di interessi». Fare abbonamenti a spettacoli, frequentare insieme corsi, ad esempio, possono essere modi per “costringersi” a non perdere le buone abitudini.
Il nostro commento
In effetti, il problema sussiste. Come era indicato nella descrizione di questo frequente errore (Convivenza: gli errori da evitare), è abbastanza naturale la differenza sostanziale tra il prima e il dopo, tra quando si è semplici “fidanzatini” e quando si va a convivere: prima era necessario, se non indispensabile, trovare e inventarsi le occasioni per stare insieme, ora, convivendo, questa urgenza viene meno e quindi è più facile cadere nella modalità “pantofola”.
Anche in questo caso la regola dell’”evitiamo gli eccessi” deve farla da padrona: se la coppia constata che sono più di cinque giorni che non escono e non ci sono buoni motivi (malattia, lavoro, ecc.), deve reagire ed evitare di protrarre la situazione. Dopo un po’ si perdono le buone abitudini (no, quelle cattive sono sempre dure ad andarsene!), ed è più difficile recuperare. Mettetevi un limite, stabilite la regola di uscire almeno due volte alla settimana con amici, o anche da soli, ma se vi rendete conto che state esagerando con l’isolamento, prendete delle contromisure.
5.GIUSTIFICARE IL PETER PAN IN LUI, o meglio ACCETTARE COMPORTAMENTI CENTRIFUGHI
Se la coppia decide di andare a convivere si assume una responsabilità. Entrambi devono essere pronti ad affrontare in maniera matura la propria nuova quotidianità: «A questo punto può presentarsi il pericolo del complesso di Peter Pan, ovvero della difficoltà del soggetto, per lo più maschio, a crescere e ad assumersi le responsabilità», evidenzia la psicologa Sabrina Sozzani. «Questo, inevitabilmente, compromette una convivenza positiva e stabile».Come evitare l’errore?«Una donna intelligente se ne dovrebbe accorgere prima di iniziare la convivenza!», precisa Sozzani. «Solo se lui dimostrerà di essere cresciuto, si potrà iniziare serenamente una vita a due».
Il nostro commento
Direi che l’affermazione è sessista, riduttiva e per alcuni versi deviante: non esiste solo la sindrome di Peter Pan, ma esistono molteplici problemi di questo tipo. Ad esempio, lei potrebbe sentirsi estremamente legata ai suoi genitori e non riuscire a staccare il cordone ombelicale. O uno qualsiasi dei due potrebbe sentirsi ancora troppo giovane per passare tutto il tempo con il partner e rinunciare ad essere fuori tutte le sere con i propri amici.
La risposta della Dott.ssa Sozzani, in questi termini, ha un fondo di verità: su alcune problematiche si dovrebbe lavorare prima di andare a convivere, non durante! La speranza che la convivenza risolva alcune questioni è valida quanto quella che un figlio appiani le divergenze nelle coppie in crisi: spesso la convivenza aggrava e polarizza determinati comportamenti, piuttosto che risolverli. Poi, ovviamente, esistono le eccezioni.
E’ anche vero che una serie di comportamenti non sono prevedibili, in quanto si presume che cambiando le carte in tavola il gioco possa cambiare e assumere altre forme. Bisogna poi vedere, se quelle forme soddisfano le nostre aspettative.
6.ESTREMIZZARE IL SENSO DI LIBERTA’
«La convivenza non è esattamente la libertà di fare ciò che si vuole», afferma la psicologa Sabrina Sozzani. « È un errore credere che significhi uscire dal nucleo familiare per diventare “padroni del mondo”. Devono essere rispettati i valori personali, le credenze, tra cui quelle religiose, limitando la propria libertà a quello che desidera anche l’altro, nel rispetto reciproco».Come evitare l’errore?Mai considerare la convivenza come una via di fuga dal nucleo familiare in nome della più disordinata libertà. Il malinteso deve essere subito chiarito: «La propria libertà si deve misurare con quella della persona con cui si è scelto di vivere», conclude Sozzani.
Il nostro commento
Siamo d’accordo con quanto espresso dalla Psicologa: andare a convivere come via di fuga dal proprio nucleo famigliare equivale a un potenziale fallimento. La scelta di andare a convivere con una persona deve essere dettata solo dal desiderio e dal bisogno di condividere la propria vita, non esclusivamente o prevalentemente da altre ragioni. Con questo, troviamo poca attinenza con il tema della libertà: cosa c’entrano le due dimensioni? Una riguarda il perchè, l’altra il come e il cosa.
Per quanto riguarda la libertà nella coppia, si può dire tutto e il contrario di tutto. Abbiamo già scritto più volte delle forze centrifughe e centripete all’interno della coppia e sulla necessità di trovare il giusto equilibrio tra i diversi verbi modali che conosciamo: volere, potere e dovere. Se la coppia che va a convivere è abbastanza equilibrata e, ad ogni modo, lavora sulle proprie dinamiche relazionali, allora le potenzialità sono massime. Se invece imperano conflitti, piccole vendette, attriti, allora sarà difficile anche trovare il giusto equilibrio tra la libertà individuale e le richieste della coppia.
Non si tratta di limitare la propria libertà, ma di espandere la gamma di possibilità e su questo ci dovremo per forza tornare.
7.NON IMPORSI DEI LIMITI
«Occorre coerenza nelle concessioni. I no, infatti, aiutano sempre», sostiene la psicologa Sabrina Sozzani. «La coppia dovrebbe imparare a imporsi alcuni limiti prima di iniziare la convivenza. Faccio un esempio: se prima lui poteva guardare l’automobilismo e subito dopo il calcio per tutta la domenica, sarà difficile fargli perdere quest’abitudine se non se ne parla prima insieme…».Come evitare l’errore?La convivenza deve essere avviata stabilendo anche i limiti: «Ecco a cosa servono i no che aiutano a vivere meglio in due», precisa la psicologa. «Non bisogna avere paura di chiedere compromessi se questi sono utili alla coppia».
Il nostro commento
Solito tono vagamente sessista (si vede che è scritto da una donna ). A parte questo, la parola chiave è compromesso, accompagnata da equilibrio. Sta al buon senso di ognuno ridurre l’autismo che può coglierci in diversi momenti, quando si guarda la televisione (indipendentemente dal programma!!!), quando ci si chiude nel proprio lavoro, ecc.
Possono esserci dei momenti di distanza, ma non devono mai essere troppo lunghi e devono essere resi espliciti: in questo momento ho voglia di fare così, ma senza lasciarsi prendere la mano.
8.MENTIRE
Posto che il principio base di una coppia è la comunicazione, diventa molto difficile portare avanti una relazione quando manca la sincerità. «Durante il fidanzamento le bugie possono essere sintomo di noia, ma con la convivenza questo può portare inevitabilmente a rompere il rapporto. A questo punto il problema è grave: bisognerebbe infatti anche capire per quale motivo chi racconta bugie continua a farlo», avverte la psicologa Sabrina Sozzani.Come evitare l’errore?«Talvolta chi preferisce mentire lo fa per cultura, paura o semplicemente per abitudine», spiega la psicologa «Una convivenza così non può tuttavia funzionare. Questo vizio deve essere del tutto abbandonato».
Il nostro commento
Assolutamente d’accordo. Esistono diversi tipi di bugie: le mezze verità, le verità mancate, le menzogne vere e proprie. Indipendentemente dal loro ruolo e funzione nella coppia, devono essere evitate, sempre! Ad esclusione delle feste a sorpresa, dei percorsi narrativi per mascherare un regalo (come avevamo scritto in Appunti Natalizi).
9.NON RICAVARSI SPAZI PROPRI
«Anche all’interno di un monolocale è bene avere uno spazio personale dove potere dare sfogo alla propria creatività non condivisa (o criticata) dall’altro», avverte la psicologa Sabrina Sozzani. «Può trattarsi, ad esempio, di un hobby. Oltre all’indipendenza economica, infatti, la coppia dovrebbe puntare anche a quella di pensiero. Per questo ha bisogno dei suoi spazi…».Come evitare l’errore?Al principio di una convivenza non bisogna perdere di vista la propria individualità e indipendenza: «Meglio iniziare da subito a individuare e gestire i propri spazi vitali, dividendoseli equamente e con rispetto», suggerisce Sozzani.
Il nostro commento
Questo errore è strettamente connesso con tutti quelli che l’hanno preceduto in questo post. Se la coppia è estremamente simbiotica, senza il minimo spazio di azione individuale, riuscirà a fatica a sopravvivere, se non cade nell’autismo completo (e di casi patologici di questo tipo, sono piene le pagine di cronaca nera). Prima o poi scatterà qualcosa nella testa di uno dei due che reclamerà la propria indipendenza, la voglia di respirare, di cambiare aria.
Restate chiusi nella vostra casa per una settimana senza aprire le finestre. Non vi viene prima o poi voglia di uscire a prendere una boccata d’aria? La stessa cosa avviene nella coppia: areare i locali prima di soggiornarvi, è il consiglio migliore.
10.SENTIRSI “ACCASATI”
L’avvio di una convivenza può portare sia la donna che l’uomo a un eccessivo rilassamento: «Un errore tipico è quello di sentirsi “accasati”, perdendo di vista il proprio aspetto fisico, ad esempio ingrassando a dismisura o non curando l’abbigliamento», evidenzia la psicoterapeuta Sabrina Sozzani. «Badare a se stessi, invece, è un segnale che indica rispetto personale e reciproco».Come evitare l’errore?In una convivenza non bisogna dare nulla per scontato: è importante continuare a piacere al partner oltre che a se stessi. «Non bisogna mai abbassare la guardia!» avverte la psicologa. «Ci vuole maggiore impegno e dedizione da parte di entrambi».
Il nostro commento
Leggendo le vostre mail e confrontandoci continuamente con coppie che ci raccontano le loro storie e che, in qualche modo, fanno un po’ parte anche di quello che scriviamo sul blog, ci si accorge che questo rischio non è da sottovalutare. Anche in questo caso, la miglior soluzione è la prevenzione: uscite, fate cose, vedete gente, costruitevi per quanto possibile una vita sociale, lasciate il dvd e il divano ai momenti in cui non ci sono alternative, o a quando fuori è brutto tempo, o a quando proprio desiderate una serata pantofolaia.
Combattete la pigrizia! La naturale tendenza a lasciarvi andare e a crogiolarvi nel tepore delle certezze. E’ come per la rana bollita, di cui vi racconteremo in un altro post.
Spesso è difficile compiere consapevolmente la scelta di muoversi, di socializzare, di uscire. Ma dovete farne una ragione (non un’ossessione), proprio per l’esigenza naturale di non chiudersi su se stessi. Senza cadere nell’eccesso di essere sempre con altri e mai con se stessi, ovviamente.
11.ASSECONDARE L’ANTIDESIDERIO
La convivenza alla lunga può uccidere il desiderio sessuale se la coppia sottovaluta certi campanelli d’allarme e non ricorre alla propria fantasia per continuare a stimolare l’altro. «Occorre cercare di mantenere la propria vita sessuale sempre attiva e creativa, evitando di negarsi o di mostrarsi disinteressati inibendo il partner», avverte la psicologa Federica Leva.Come evitare l’errore?La convivenza non deve fomentare l’antidesiderio, sarebbe decisamente un grave errore. «La coppia non si deve “sedere”, ma deve cercare nuovi stimoli per tenere sempre viva la propria attività sessuale», dice la psicologa.
Il nostro commento
Antidesiderio? E’ come l’antimateria?
Qui vale la solita regola dell’evitare gli eccessi e, da un certo punto di vista decisamente più ampio, se lavoro, impegni, stanchezza e tutto quello che volete vi distraggono, vi portano via tempo e voglia di darvi da fare, fermatevi per tempo. E’ quasi impossibile delineare segnali d’allarme o periodi di controllo: se non lo fai per una settimana è grave? e per dieci giorni? Vedete, non ha molto senso. Dipende dai ritmi della propria coppia, dalle proprie routine e dal desiderio che si prova.
Dovete valutare voi qual è il limite oltre cui non andare o porvi dei quesiti. Ovviamente, non si risolve la quesitone obbligandosi reciprocamente a fare sesso. Ma occorre porsi il dubbio e cercarne il motivo. Troppo lavoro? Un’influenza? Ponetevi rimedio, non prendendo impegni per questo weekend, oppure, andando via un paio di giorni, o riservandovi i vostri spazi di coppia e lasciando che i motivi per cui state insieme facciano il loro dovere!
12.ESAGERARE CON LA TECNOLOGIA (Ovvero, lasciarsi distrarre dalle cose, n.d.a.)
Una convivenza allo start può essere minacciata pure dal modo in cui si accessoria la casa. «E’ un problema molto pratico», spiega la psicologa Federica Leva. «Alla sera può capitare che entrambi scelgano di interfacciarsi con il proprio computer. Internet ruba molto tempo, ipnotizza. Il tempo da trascorrere insieme svanisce senza che la coppia se ne renda quasi conto. Lo stesso dicasi per la televisione o le altre tecnologie che isolano gli utenti».Come evitare l’errore?Per non compromettere già dall’inizio una felice convivenza sarebbe bene darsi delle regole o, più drasticamente, «non riempirsi la casa di troppa tecnologia, riservando più tempo alla comunicazione diretta tra lei e lui», suggerisce la psicologa.
Il nostro commento
Anche qui vago aroma di sessismo… Ampliamo la tematica, estendendola a tutto ciò che ci può distrarre dal nostro partner. Può essere un videogioco, un sito internet, un forum discussione, un gruppo di lettura o i compagnia del corso di cucina. Può essere la supertecnologica cyclette che avete acquistato recentemente, la pratica dello yoga o la palestra. Può essere il nuovo cellulare, il lettore emp3, il pc che usate per il lavoro o il frullatore.
Insomma, la vita di coppia è costantemente insidiata da distrazioni di ogni tipo. Anche in questo caso la regola dell’evitare gli eccessi ci spinge a considerare quanto tempo dedichiamo ad una distrazione e quanto al nostro partner.
Ponetevi la domanda, questa è già la risposta e la soluzione al problema.
"Il mare fino a qui", di Simona Fruzzetti
1 settimana fa
6 commenti:
Accidenti, avevo scritto il commento e me lo sono perso... XD
provo a ripostarlo.
Non male come testo in linea di massima; certo che sorrido se viene inteso come vero e proprio "manuale della convivenza" perchè non è argomento facile.
Lo trovo però un buon spunto per aumentare il dialogo nella coppia perchè non sembra ma dialogare è una cosa... difficile!!!
non vedo il tuo commento però...
Il dialogo è alla base di tutto, dalla convivenza di due persone ai rapporti tra gli Stati e sì è un'arte che non si finisce mai di imparare.
Mi trovo d'accordo su tutti i punti, anche se nei punti 5, 7 e 12 concordo più con "il nostro commento" che indica un tono sessista negli esempi riportati.
In particolare al punto 1 si parla dell'egoismo "sano" a cui ho accennato in un'altra risposta.
Purtroppo tutti questi punti dalla maggior parte delle persone non vengono nemmeno presi in considerazione :(
e infatti, se ricordi bene, abbiamo iniziato a scherzare quando abbiamo detto che ormai la gente non si ascolta più... è troppo intenta a pensare a cosa deve dire quando l'altro ha finito di parlare (se non addirittura interrompendolo prima) per dimostrare che esiste!
tanti problemi, tanti litigi, tanti equivoci nascono proprio dal non ascoltare l'altro... e la coppia non è da meno.
Non so se hai fatto caso, ma in televisione ci sono tantissimi casi di quello che sta accadendo: invece di parlare le persone urlano, si aggrediscono abitualmente, ti fanno il processo alle intenzioni e si sovrappongono quando uno parla, così non solo non ascoltano, ma nemmeno vengono ascoltati e continua il circolo vizioso :(
Nella coppia subentrano, poi, altri meccanismi come quello del controllo, della paura di perdere l'altro o anche solo il potere su di lui e così si affossa sempre di più il rapporto.
certo che ci ho fatto caso, è uno dei nuovi sistemi per fare audience in tv... la tv è diventata sotto questo punto molto diseducativa... e poi automaticamente queste cose si riversano sul lavoro, nella vita... :'-(
Per questo ne guardo poca e programmi selezionati (tipo Zelig ;) )
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